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Ex Province, in Sicilia nuovo scontro: riforma impugnata, elezioni in bilico

PALERMO. Ora c’è l’ufficialità. Palazzo Chigi ha comunicato per iscritto che impugnerà entro il 4 ottobre la riforma con cui l’Ars ad agosto ha creato le tre città metropolitane di Catania, Palermo e Messina e i sei liberi consorzi di Comuni per sostituire le Province. Renzi chiede di recepire la riforma nazionale.

Una mossa che apre un conflitto istituzionale fra Roma e Palermo e anche fra giunta e Ars. Secondo Giovanni Ardizzone «era chiaro fin dall’inizio che questa legge aveva un vulnus. Il sistema di governo dei nuovi enti non regge. Si è fatto ricorso troppo spesso al voto segreto e il progetto iniziale è stato stravolto». Il presidente dell’Ars lascia intendere che bisogna tornare in aula per correggere gli errori: si salverebbe così una parte della riforma. Crocetta è di parere opposto e oggi sarà a Palazzo Chigi per comunicarlo di persona: «Difenderemo la legge davanti alla Consulta. Non abbiamo legiferato su materie di competenza statale. Abbiamo regolato i liberi consorzi che sono enti previsti nel nostro Statuto, che ha forza di legge costituzionale».

È il tema che dividerà anche i giuristi. Il documento inviato da Palazzo Chigi segnala che la legge con cui a livello nazionale sono state soppresse le Province «ha natura di riforma economica e sociale» e in quest’ottica «impone anche alle Regioni a statuto speciale di adeguarsi».

DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 24 SETTEMBRE 2015

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