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Trasferimenti, più poteri ai dirigenti
Regione: braccio di ferro con i sindacati

Il principio base è quello di rendere obbligatori gli spostamenti entro i 50 chilometri, mettendo fine agli atti di interpello

L’assessore regionale alla Funzione pubblica, Giovanni Pistorio

PALERMO. L’ultimo braccio di ferro è iniziato quando il governo ha proposto di assegnare ai dirigenti il potere di indicare anche per nome i dipendenti che si intende trasferire. Mentre i sindacati fanno muro chiedendo di creare graduatorie di trasferibili da cui attingere genericamente.

Così si è bloccata, giovedì al primo incontro, la trattativa per introdurre alla Regione la mobilità obbligatoria. L’Aran, l’Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego, si è presa qualche giorno per far maturare delle mediazioni fra le direttive impartite dall’assessore Giovanni Pistorio e i sindacati. Lunedì ci sarà un incontro fra Pistorio e Claudio Alongi, presidente dell’Aran. Poi, martedì, la riunione decisiva con i sindacati.

Il principio base sarà che tutti i dipendenti sono trasferibili entro i 50 km dal luogo di residenza. Stop quindi all’inutile atto di interpello, che presuppone la volontarietà del trasferimento. Fissato nella Finanziaria di aprile il principio, Pistorio mercoledì ha dettato le direttive del regolamento attuativo che va scritto con i sindacati per fissare il procedimento attraverso il quale si individueranno i dipendenti da trasferire ogni volta che un assessorato segnalerà carenza di personale.

Le direttive dell’assessore indicano di individuare il personale partendo dalla «categoria, dalla qualifica e dall’esperienza professionale maturata». Significa che ogni volta che matura l’esigenza, un dirigente può chiedere al capo del Personale di selezionare quanti hanno le competenze giuste.

DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 12 SETTEMBRE 2015

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