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Vivere nello spazio? Indebolisce le difese immunitarie degli astronauti

ROMA. La permanenza nello spazio indebolisce il sistema immunitario degli astronauti. I dati raccolti nelle missioni dello Space Shuttle mostrano, infatti, che le funzioni delle cellule programmate per difendere l'organismo vengono alterate in modo significativo durante tutto il periodo trascorso in assenza di gravità. Questo significa maggiori rischi per la salute degli astronauti.

E' la conclusione dello studio della Nasa pubblicato sulla rivista Microgravity e coordinato da Brian Crucian, del Johnson Space Center. Le missioni sullo Shuttle sono state molto stressanti e impegnative per gli astronauti e si era già visto che nei voli di breve durata gli uomini a bordo
vedevano riattivarsi virus come quelli di herpes e varicella, o il citomegalovirus.

I ricercatori hanno però voluto capire cosa accade nelle missioni di lunga durata valutando diversi parametri immunitari. Per questo si sono basati sui campioni di sangue prelevati da 23 astronauti, americani e russi, sia prima della partenza sia durante la permanenza sulla Spazione Spaziale Internazionale.

Sono stati gli stessi membri dell'equipaggio, precedentemente addestrati, a raccogliere i campioni di sangue a bordo. Si è così visto che i livelli dei diversi tipi di cellule immunitarie vengono alterati durante il volo e che si riducono le funzioni di quelle che dovrebbero essere in prima linea

nel difendere il nostro organismo (cellule T). Capire come queste alterazioni immunitarie possano aumentare alcuni rischi per la salute degli astronauti diventa cruciale soprattutto in vista delle future lunghe missioni su Marte.

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