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Breda: «Sulle riforme il premier si gioca tutto»

Le vacanze non hanno rasserenato la politica. Anzi. Traumatizzata dall’inchiesta mafia Capitale e dai casi Marino e Crocetta, l’attesa per la riapertura del Parlamento é stata caratterizzata dal continuo fuoco di sbarramento sulla riforma del Senato, sull’immigrazione, le tasse e il lavoro da parte di una composita ed inedita coalizione antirenziana. Un fronte che va dalla minoranza Pd ai Cinque Stelle, dalla Cgil a Forza Italia, alla Lega. «Adesso fanno tuttila faccia feroce,ma non é detto che poi vadano alle estreme conseguenze con il rischio di fare cadere il Governo e quindi di mettere la parola fine alla legislatura» afferma, più scaramantico che ottimista, l’editorialista del Corriere della Sera Marzio Breda.

Senato ed Europa. Come sta affrontando queste difficili sfide il Premier Renzi ?

«Sulla riforma del Senato dimostra molta sicurezza anche se di fatto i numeri, a calcolarli davvero, non è sicuro che ci siano. Ameno che non abbia patteggiamenti e accordi che al momento non sono conosciuti, c’è un certo rischio per il Governo. Un rischio abbastanza forte».

E la sfida all’Europa che non accetta la riduzione delle tasse ed è incapace di fronteggiare l’emergenza totale dei migranti e?

«Sull’Europa Renzi a sua volta alza la voce, soprattutto per quanto concerne l’altolà che é venuto da Bruxelles sull’eliminazione delle tasse sulla casa e anche sulla questionemigranti. Reazioni forti, più a usointerno. La partita dell’immigrazione è in pieno sviluppo. La mossa della Merkel ha spiazzato molti paesi. Ci sono più o meno due settimane prima dell’Euro vertice del 14. Un vertice non risolutivoma in grado di far capire che possibilità di compensazione c’è a proposito di questa questione. Adesso se ne sono accorti anche i Paesi del centro Europa del problema, visto che i migranti attraversoi Balcani gli arrivano direttamente in casa. Insomma questa pressione molto forte ha fatto comprendere la delicatezza e l’enormità dell’impatto dell’esodo degli immigrati».

Sullo scoglio delle riforme e delle tasse si sono arenati diversi governi.

«Per Renzi é un problema fondamentale. Ne ha fatto la mission del proprio Governo, in particolare proprio di questa riforma del Senato si gioca la governabilità, il futuro. Il Presidente del Consiglio se la giocherà fino all' ultimo minuto con tutte le energie di cui dispone che sono molte. Certo è una partita molto complicata, perché per quanto riguarda la riforma del Senato ci sono questioni giuridico - costituzionali sulle quali ci sono state nelle settimane scorse diatribe tra costituzionalisti. Non é che Renzi può sperare di avere nel caso specifico dal Presidente del Senato Grasso via libera preventiva; la questione é complicata sia dal punto di vista giuridico che politico. E bisogna anche tener conto che la prova di forza interna, quella della minoranza Pd. Però c' é pur sempre l' istinto di auto conservazione del Parlamento. In sostanza nessun parlamentare vuole rischia re la non ricandidatura e la non rielezione in caso di scioglimento delle Camere e di elezioni anticipate».

Che scenari si aprirebbero in caso di crisi autunnale del Governo?
«Compito del Presidente della Repubblica é sempre quello di garantire la governabilità e di preservare più possibile la stabilità. Però qui siamo in presenza di una eccezionalità che va avanti dal Governo Monti, proseguita poi dal Governo Letta e ancora dal Governo Renzi. Tutti esecutivi nati all' insegna dell' emergenza. Credo sia impossibile che un Presidente come Mattarella che é attentissimo alla lettera e allo spirito della Costituzione possa trascinare le cose. Il Capo dello Stato verificherà fino in fondo se concretamente esista un' altra maggioranza in grado di proseguire la legislatura e poi, Costituzione alla mano, trarrà le conseguenze».

Ma non è paradossale che l' opposizione parlamentare rischi di battere il Governo grazie allo snodo nella minoranza del Pd. Mentre l' esecutivo per garantirsi una maggioranza potrebbe avvalersi del potenziale snodo di altri esponenti dell' opposizione ?
«È un' impressione fondata. Parlando di opposizione, a partire dal centro destra, anche lì c' è una voglia di negoziare che mi pare abbastanza esplicita da parte di Berlusconi. Per cui fino all' ultimo, se Renzi non tirerà troppo la corda, si potrà pensare a una soluzione di compromesso, che magari non sarà un alto compromesso, ma almeno consente di tirare avanti e magari una soluzione meno pasticciata di quella attuale della riforma del Senato».

Berlusconi resuscita il patto del Nazareno e rientra in campo con una grosse koalition alla tedesca?
«Berlusconi ne avrebbe una gran voglia, non ha alcun interesse a votare. I sondaggi cui lui è molto attento lo danno su quote disastrose. Quindi ha bisogno di prendere tempo. In questo caso poi c' era già stata con Renzi una fase di collaborazione appunto per le riforme. Il famoso patto del Nazareno ci vuol poco a rilanciarlo non dico nelle forme di prima ma magari a recuperare un certo spirito di collaborazione».

Altro elemento critico della maggioranza è il ruolo del Ncd. Che prospettiva si profila per il partito di Alfano?
«Lì é più complicato perché c' e' una forte tentazione di "accasarsi" da parte di non pochi parlamentari del NCD. Accasarsi con Renzi e quindi garantirsi un futuro, e altri che invece probabilmente tornerebbero, se fosse rilanciato in un certo modo, tornerebbero alla casa madre berlusconiana. Certamente non è una fase favorevole o positiva. Mi pare una fase molto complicata per Alfano».
Due grandi spine nel fianco di Renzi sono anche le vicende di Marino e Roma e di Crocetta in Sicilia. Sono risolvibili questi due casi?
«Marino è stato risolto in questo modo e lo si tiene lì nella disistima non dico generale, ma con una vasta sfiducia proprio perché si sa perfettamente che se si andasse a votare a Roma, vincerebbe a man bassa il M5S. Quello di Crocetta é un caso più complicato e anche più avvelenato. Anche per la Sicilia vale l' incognita M5S nel caso si andasse a una crisi della Regione».

I sondaggi danno in forte ripresa il Movimento Cinque Stelle, tanto che Grillo ha avviato le prove generali di governo. Reggerà fino alle politiche il trend dei grillini?
«Questa è una grande incognita perché c' è un problema di personale politico essendo apprendisti, novizi della politica. Alcuni si sono già fatti le ossa e hanno mostrato di essere anche adeguati, sanno fare un lavoro politico intelligente, ma questo vale per pochi. Grillo perciò ha bisogno di compattare le truppe e già l' ha detto facendo autocritica, si pone un problema di selezione meno sgangherata di quanto é stato nelle ultime elezioni».

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