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Epatite B e C, entro il 2030 possibile riduzione del 90%

ROMA. Entro il 2030 sarebbe possibile ridurre del 90% le infezioni da epatite B e C, se i governi si impegnassero adottando un piano per l'eradicazione. Lo affermano gli esperti dell'Oms, che da oggi al 4 settembre sono riuniti a Glasgow con i rappresentanti di 60 paesi.

Durante il meeting verranno presentate anche le nuove indicazioni dell'organizzazione per la preparazione dei piani, oltre alla bozza degli obiettivi globali contro il virus, che prevedono appunto di ridurre del 90% le infezioni, del 65% le morti e di fornire i trattamenti all'80% dei pazienti affetti dall'infezione cronica da virus B e C. «Sappiamo come prevenire le epatiti virali, abbiamo un vaccino sicuro ed efficace per l'epatite B e ora anche farmaci che possono curare l'epatite C e controllare la B - afferma Gottfried Hirnschall, direttore del programma globale contro l'epatite dell'Oms -. Eppure l'accesso a diagnosi e trattamenti è ancora scarso o nullo in molte parti del mondo. Questo summit è una 'sveglia' per costruire uno sforzo comune per prevenire, trattare e in seguito eliminare le epatiti virali come problema di salute pubblica».

Nel mondo sono 400 milioni i pazienti con epatite B o C, sottolinea l'Oms, che fanno 1,45 milioni di morti l'anno. In Italia il piano per le epatiti è allo studio da diversi anni, ma non è ancora stato adottato.

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