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Gabrielli: "Badante di Marino? Mi sento un leale collaboratore"

ROMA. «Io mi sento un leale collaboratore nel rispetto delle reciproche competenze e funzioni». Lo ha detto il prefetto di Roma Franco Gabrielli rispondendo a chi, ad Agorà, gli chiedeva se si sentisse più una badante o una matrigna del sindaco di Roma Ignazio Marino.

«Nessuno mi ha chiesto di candidarmi a sindaco di Roma. Il prefetto deve svolgere un ruolo terzo». - «Il prefetto non ha il potere di sciogliere il Comune, che è prerogativa del presidente della Repubblica. Quando un consiglio, provinciale, comunale, regionale, non rispetta determinate situazioni, tra queste gravi persistenze nella violazione della legge, è il ministro dell'Interno che può proporre al presidente della Repubblica lo scioglimento».

Raddrizzare Roma come la Concordia? «Quella di Roma è una vicenda seria e complicata. Non ho i numeri per un'impresa del genere e non ho mai creduto all'uomo solo al comando». Lo ha detto il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, nel corso di Agorà su Rai Tre.  «Il sindaco è uno solo, non siamo in presenza di diarchie - ha aggiunto Gabrielli -. Io ho ricevuto un incarico specifico, il ministro dell'Interno mi ha fatto una sorta di lista della spesa, con le evidenze emerse dalla Commissione di accesso che ha indicato violazioni di legge. Questa attività di vigilanza attiene esclusivamente alle procedure e il prefetto non entra nel merito delle decisioni politiche che spettano al sindaco. Per me l'unico faro è la legge. È stata valutata la situazione allo stato degli atti, tutto quello che verrà lo analizzeremo senza preconcetti».

Vacanze del sindaco? «Sicuramente non ha fatto bene a Marino, ma rispetto. Lui ha una mentalità da chirurgo, quando è al lavoro non si risparmia e quando decide di prendersi una pausa se la prende tutta». Lo ha detto il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, nel corso di Agorà su Rai Tre.  «Io mi sento un leale collaboratore - ha aggiunto Gabrielli - il vicesindaco Causi ha rappresentato l'Amministrazione al massimolivello, e poi esistono i telefoni».  «Quella dei funerali dei Casamonica è stata una brutta pagina, non abbiamo dato prova di grande efficienza con un'aggiunta di un pò di tafazzismo nostrano».

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