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Renzi: "L'Italia cresce, c'è clima di ripartenza. I soldi per il taglio delle tasse? Già pronti in Europa"

A dirlo è il premier che in una lunga intervista sul Corriere della Sera sottolinea: «cresciamo all'incirca come Francia e Germania: poco, ma finalmente come loro. Negli ultimi anni, invece, mentre loro crescevano noi perdevamo posizioni»

ROMA. «Il Paese non mi sembra fermo e al contrario vedo tanta energia». «Gli indici di fiducia e i consumi tornano a crescere. Il turismo tira, in particolare al Sud. Si respira un clima di ripartenza».

A dirlo è il premier Matteo Renzi che in una lunga intervista sul Corriere della Sera sottolinea: «cresciamo all'incirca come Francia e Germania: poco, ma finalmente come loro. Negli ultimi anni, invece, mentre loro crescevano noi perdevamo posizioni».

Torna sulla riduzione delle tasse; dove troveremo i soldi? in Europa, spiega il premier, «abbiamo ottenuto la possibilità di uno spazio di patto di circa l'1%, 17 miliardi di euro. Cercheremo di usare parte di quello. Quanto al deficit: siamo tra i pochi Paesi europei che rispettano la soglia del 3%, continueremo a farlo».

Il premier riflette poi sulla riforma del Senato ed esclude il pericolo di una crisi di governo che sfoci nel voto anticipato: «Non vedo nessun rischio». «Se vogliamo fare una forzatura sul testo uscito dalla Camera, i numeri ci sono, come sempre ci sono stati». «Se vogliamo forzare possiamo farlo. Ma noi fino alla fine cerchiamo, come sempre, un punto d'incontro».

L'elettività al Senato chiesta dalla sinistra Pd? «Rivotare una cosa già votata due volte sarebbe un colpo incredibile a un principio che vige da decenni. Ma non è il passaggio più delicato della riforma: una soluzione si può trovare. Non abbiamo mai fatto le barricate su nulla, se non sul principio di superare il bicameralismo paritario: vedremo. Basta che non sia la scusa per ricominciare sempre da capo».

Riflette poi sul Pd; «oggi siamo al paradosso che chi a sinistra ha ucciso l'Ulivo, segandone i rami e promuovendo convegni come Gargonza per rilevarne l'insufficienza, si erga a paladino dell'ulivismo». Letta candidato al congresso del 2017? «Non mi risulta». «Per me sarebbe molto divertente. Potremmo confrontare i risultati dei rispettivi governi».

Infine il premier torna sulle unioni civili: «Si faranno.  Punto». «Anche qui: ci sono i numeri per una forzatura, ma spero di trovare un punto di intesa ampio».

E sul tema dell'immigrazione «si scelga finalmente di superare Dublino e di avere una politica di immigrazione europea, con un diritto d'asilo europeo». «Andremmo negli Stati di provenienza per valutare le richieste di asilo, evitando i viaggi della morte. Gestiremmo insieme anche i rimpatri».

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