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Scontri in Kashmir, uccisi almeno sei cittadini pachistani: accusata l'India

Il ministro pachistano per gli Affari del Kashmir, Barjees Tahir, dopo aver condannato la sparatoria indiana sulla linea di confine provvisoria in Kashmir, ha rivolto un appello in un omunicato alla «comunità internazionale affinchè prenda atto delle vili azioni indiane»

ISLAMABAD. Almeno sei cittadini pachistani sono stati uccisi ed altri 30 sono rimasti feriti nell'area di Sialkot del Kashmir sotto controllo del Pakistan da «fuoco indiano non provocato». Lo ha reso noto oggi l'ufficio stampa dell'esercito (Ispr) a Rawalpindi. In precedenza fonti militari di New Delhi avevano denunciato nella stessa zona del Kashmir tiri di mortaio su una zona indiana che aveva causato la morte di tre civili.

Nel suo comunicato l'Ispr precisa che i settori colpiti sono quelli di Chprar e Harpal nel distretto di Sialkot e che o villaggi di Kangan Pur e Bajra Garhi «sono stati gravemente danneggiati dalla sparatoria». Il ministro pachistano per gli Affari del Kashmir, Barjees Tahir, dopo aver condannato la sparatoria indiana sulla linea di confine provvisoria in Kashmir, ha rivolto un appello in un omunicato alla «comunità internazionale affinchè prenda atto delle vili azioni indiane».

L'India ha denunciato oggi una violazione del cessate il fuoco da parte del Pakistan in Kashmir, con proiettili di mortaio che hanno ucciso tre civili e ferito otto altri. Lo riferisce l'agenzia di stampa Ani. L'incidente è avvenuto nel settore di RS Pura e, precisa Ani, le forze militari indiane hanno risposto al fuoco. Secondo l'emittente Ndtv vi sono state dall'inizio dell'anno oltre 245 violazioni del cessate il fuoco concordato da India e Pakistan nel 2003.

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