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Talco, matita bianca e vasellina... i segreti del make up di Marilyn Monroe

Allan Snyder in arte Whitey era il truccatore dell'attrice sin dagli esordi, si può dire che fossero cresciuti artisticamente insieme ed è stato sicuramente il responsabile della bellezza dell'attrice così come la vediamo al cinema e nelle foto. ''Promettimi che al mio funerale mi truccherai'', gli disse.

Di Marilyn Monroe si è vivisezionato tutto, con una curiosità tra l'appassionato e il voyeuristico che dura da decenni. Ma il suo make up? Inconfondibile anche quello, simbolo del trucco degli anni '50, e ancora oggi bellissimo e degno di copia. Anche di quello si è fatta anatomia.

Allan Snyder in arte Whitey era il truccatore dell'attrice sin dagli esordi, si può dire che fossero cresciuti artisticamente insieme ed è stato sicuramente il responsabile della bellezza dell'attrice così come la vediamo al cinema e nelle foto. ''Promettimi che al mio funerale mi truccherai'', gli disse.

Innanzitutto la vasellina, all'epoca una sorta di primer. Era uno dei fondamenti della old school di Hollywood quando la vasellina serviva a far rimanere elastico il cerone, a non farlo sgretolare e veniva spalmata sopra l'idratante. Lo racconta bene Antonio Ciaramella, autore di un gigantesco volume, Make up - 100 anni allo specchio(edizioni Efesto) un testo professionale e un archivio di memoria storica.

La base doveva essere chiara ma sempre adatta al tono di pelle. Successivamente veniva inoltre applicato un correttore -nel 1954 Max Factor produceva Erace, il primo correttore da applicare nella zona sotto oculare. Marilyn era molto cosciente delle caratteristiche del suo volto e utilizzava un fondotinta più scuro per ombreggiare e snellire il viso, facendo un vero e proprio lavoro correttivo illuminava la parte centrale del volto e scuriva i lati del naso che lei stessa definiva troppo 'a patatina'.

Le sopracciglia di miss Monroe erano perfettamente in linea con i tempi. Il suo punto di altezza era molto elevato in modo da conferire più verticalità al volto e distogliere l'attenzione dalla fronte troppo spaziosa.

Anche gli occhi presentavano uno studio attento da parte del make up artist di Marilyn. Usava applicare un bianco avorio su tutto l'occhio fin sotto l'arcata sopraccigliare, ombreggiava la piega palpebrale sfumando verso l'esterno, successivamente applicava sulla palpebra mobile probabilmente del talco per rendere la zona luminosa e iridescente.

Per ingrandire l'occhio, Whitey applicava una matita bianca nella rima interna e con la stessa matita contornava le parti scure della bordatura dell'occhio in modo da enfatizzare i tratti, sfumandoli verso l'esterno. L'occhio veniva bordato con una matita marrone molto appuntita con il tratto finale che arrivava in linea con la piega palpebrale accompagnando la sfumatura dell'ombretto marrone verso l'alto, questo conferiva uno sguardo allungato o come amava dire Marilyn 'infinito'.

Anche la zona sottostante la rima inferiore veniva truccata con un ombreggiatura dello stesso colore dell''eyeliner' per simulare l'ombra di grande ciglia, questo passaggio però non veniva effettuato spesso. Per rendere inoltre lo sguardo ancora più glamour, Whitey usava contornare l'eyeliner con una sottolissima sfumatura d'oro. Mascara e frangia di ciglia finte completavano il tutto.

Le sue labbra perfette e dal colore inimitabile erano dovute alla miscelazione di diversi rossi dal sottotono blu, applicati per compensare le riprese cinematografiche in technicolor chce le avrebbero conferito un tono aranciato. Il primo passaggio era quello di creare una bordatura chiara in modo da ingrandire i contorni soprattutto sul labbro superiore. Gli angoli dovevano essere tutti arrotondati e scuriti per ricreare labbra voluttuose. Infine applicava o del lucidalabbra o della vasellina.

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