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Sindaci e animalisti contro la corrida, i torero: non siamo assassini

MADRID. La maledizione dei Rivera: 31 anni dopo la morte del padre, pure lui matador, ucciso da una cornata alla coscia durante una corrida a Pozoblanco, il torero Francisco Rivera Ordonez detto 'Paquirri’ è in condizioni gravissime dopo essere stato incornato al basso ventre a Huesca da un toro da combattimento da mezza tonnellata.  La cornata gli ha aperto uno squarcio lungo 25 centimetri, tagliando l'aorta. «Ora è affidato alla cura di Dio» dice il  chirurgo Enrique Crespo Rubio che lo ha operato per 2 ore e mezza.

L'incidente di Rivera Ordonez, 41 anni, nipote di Antonio Ordonez (1932-98), considerato uno dei più grandi toreri di tutti i tempi, interviene in un momento ad altissima tensione per professionisti e aficionados della corrida, ora apertamente contestata dalle giunte targate Podemos che hanno preso il potere nelle principali città del paese. A Madrid, Valencia, Salamanca, La Coruna, i nuovi sindaci hanno dichiarato guerra alla 'Fiesta Nacional', annunciando divieti e tagli di contributi pubblici. La contestazione cresce anche nelle Plazas de Toros, dove animalisti saltano nelle arene durante le corride urlando 'torturatori' ai toreri. Come domenica a Marbella, dove per protesta contro due contestatori il matador Morante de la Publa, furibondo alla fine, dopo una 'gran faena’, ha graziato il toro contro il quale stava combattendo.

Su El Mundo ieri è uscito lo sfogo a nome di tutti i colleghi del matador Sebastian Castella. «Siamo stanchi di essere trattati come strumento di cambio politico, e che la nostra immagine sia vilipesa ogni giorno nei media» ha tuonato. «Si viola il nostro diritto all'onore chiamandoci 'assassini’, ci privano del nostro diritto al lavoro chiudendo le arene per il capriccio di gente che in nome di un presunto progresso pensa di poter privare di libertà un popolo, e i milioni di aficionados»: «subiamo una persecuzione politica!». Castella ha lanciato un appello ai sostenitori della corrida: «scendiamo in strada, occupano le piazze, ci appartengono almeno quanto ai protezionisti».

È una drammatica marcia indietro sociale per una categoria, quella dei 'matador de toros', che per secoli ha rappresentato in Spagna una aristocrazia del coraggio. Uomini popolarissimi e potenti, che ora si sentono trascinati nel fango. Lo stesso Francisco Rivera Ordonez in prime nozze aveva sposato nel 1998 Eugenia Martinez de Irujo, duchessa di Montoro e figlia della duchessa d'Alba, la nobildonna più ricca di Spagna. Poi il divorzio e una vita di amori e avventure. Appunto da torero. Era tornato nelle arene in marzo, dopo uno stop di due anni.  Giornali e tv intanto pubblicano le drammaticamente quasi identiche foto, a 31 anni e 600 km di distanza, degli incidenti subiti da Francisco Rivera 'Paquirì padre e dal figlio, chiamato come lui. I due corpi sollevati da terra dalle corna del toro, corazzata da mezza tonnellata di muscoli e cuoio, lo stesso sguardo di sorpresa e dolore. Destino di torero.

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