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Dormire sul fianco allunga la vita, la ricerca: "Previene l'Alzheimer"

"Il sistema glinfatico ha il compito di 'pulire', di togliere di mezzo le sostanze di scarto- ha spiegato la Benveniste -. È come se il nostro cervello avesse bisogno di essere potato"

ROMA. Ognuno ha la sua posizione preferita per addormentarsi: c'è chi si trova comodo solo a pancia in giù, chi sulla schiena. Dormire sul fianco, però, sarebbe tra tutte la scelta migliore: secondo una recente ricerca, pubblicata sul "Journal of Neuroscience", questa postura sarebbe in grado di apportare benefici al nostro cervello, aiutandolo a "depurarsi" e riducendo il rischio di sviluppare malattie neurologiche come l'Alzheimer o il Parkinson.

"Il cervello è un organo metabolicamente molto attivo. È uno dei più attivi nel nostro corpo", ha spiegato Helene Benveniste, autrice dello studio e professoressa di radiologia alla Stony Brook University di New York. Durante il giorno accade, però, che una serie di sostante di scarto si accumulino nel cervello: i ricercatori sono soliti chiamarle sostanze "spazzatura". Quando questo materiale si accumula può generare una serie di effetti a lungo termine e aumentare le chance di sviluppare malattie neurologiche. Dormire sul fianco, invece, aiuterebbe il sistema glinfatico, ovvero il sistema di rimozione dei fluidi extracellulari dai compartimenti interstiziali del cervello e del midollo spinale, a funzionare meglio.

"Il sistema glinfatico ha il compito di 'pulire', di togliere di mezzo le sostanze di scarto- ha spiegato la Benveniste -. È come se il nostro cervello avesse bisogno di essere potato". La posizione che adottiamo durante il sonno può, dunque, aiutarci a tagliare i rami secchi. "È interessante notare che la postura laterale sia anche una delle più adottate, sia tra gli esseri umani sia tra gli animali - spiega la co-autrice, la dottoressa Maiken Nedergaard -. Il nostro studio supporta anche l'ipotesi che il sonno abbia la funzione di 'ripulire' il cervello dalla spazzatura che accumula durante il periodo della veglia. Per questo i disturbi del sonno possono accelerare il processo della perdita della memoria in malattie come quella dell'Alzheimer. Grazie a questa ricerca, però, sappiamo che c'è una posizione migliore delle altre che può aiutarci a prevenire tali problemi".

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