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Pannella ci ripensa sulla Bonino, nuovo appello in radio: Emma torna

ROMA.Potrebbe tornare la pace in casa "Radicali". Marco Pannella ci ripensa e chiede pubblicamente alla sua "compagna" storica Emma Bonino di tornare nel partito e lo fa sempre attraverso i microfoni di Radio Radicale.

Come riportato dal Corriere della sera, il leader radicale, che peraltro ha iniziato un nuovo sciopero della fame in nome della legalità, ha rivolto un appello accorato via radio alla sua storica collega di battaglie politiche, che proprio qualche settimana fa, sempre lui a Radio Radicale, aveva estromesso dal partito, perchè accusata di essere più impegnata altrove che per le cause "interne". Adesso, insomma, Pannella fa retromarcia e vuole che "Emma" torni con loro. «Il partito lo concepiamo come un ordine monacale, con la regola: a che ora si mangia, si beve, si prega assieme. Emma io continuo a muovermi in questo modo, ti devo dire, per me è prezioso questo modo di campare il partito, e quindi quello che insisto è che probabilmente è necessario aiutarti a condividere momenti così come questi piuttosto che, come accade, dedicarlo, sempre a fin di bene, a un altro tipo di occupazione del tempo».

Marco Pannella aveva espulso la collega in un annuncio domenica 26 luglio, quando, come tutte le domeniche, era in onda su Radio Radicale la Conversazione con Marco Pannella condotta da Massimo Bordin, ex direttore dell’emittente e voce della rassegna dei giornali Stampa e Regime .

«Non ritengo che Bonino combatta la nostra battaglia - aveva detto Pannella -. Perché Emma telefonò a mezza Italia del potere per impedire la pubblicazione di un libro. Emma disse che se fosse stato pubblicato il libro si sarebbe dimessa. Ha fatto pressioni per non farlo uscire».

«Sono intervenuto io con Napolitano per fare inserire Emma nel governo Letta. E lei s’è fatta cacciare senza neanche un lamento». E ancora: «Si comporta come se non avesse più nulla a che vedere coi Radicali. L’ultima volta che ho discusso con lei è quando ha ottenuto la nomina a segretario del partito di un bellimbusto (il maliano Demba Traoré, ndr ) che poi è scomparso (...)». Ultimo affondo: «In tutte le sue nomine c’entravo sempre io. Lei invece lavora molto ma mai con noi».

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