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Ex Pip di Palermo, la denuncia della Regione: falsi certificati per essere riassunti

Secondo la denuncia presentata dall’assessore Bruno Caruso, i Pip avrebbero falsificato l’ordinanza di riabilitazione del Tribunale di Sorveglianza. E su questo dovrà indagare la Procura

Sebastiano Bruno Caruso - LAVORO. Classe 1954, avvocato cassazionista dal 1996, è ordinario della cattedra di Diritto del Lavoro all’Università di Catania ed è docente dal 1988 alla Scuola Superiore Pubblica Amministrazione di Roma. Un professionista dal curriculum prestigioso: è infatti presidente del Centro Studi di Diritto del Lavoro Europeo dedicato allamemoria “Massimo D’Antona”, membro del Comitato di indirizzo scientifico dell’Anci ed autore di numerose pubblicazioni

PALERMO. Quando sono arrivate le prime sei ordinanze di riabilitazione, nessuno si è insospettito. Quel documento è una porta di accesso alla pubblica amministrazione, ed è normale che venisse richiesto da precari che altrimenti rischiavano il posto. Ma poi, quando in poco più di una settimana sono arrivati almeno altri 50 provvedimenti simili, all’assessorato al Lavoro è scattato il segnale di allarme.

Da qui è nata l’ultima inchiesta che riguarda i Pip: falsi certificati per essere assunti. Secondo la denuncia presentata dall’assessore Bruno Caruso, i Pip avrebbero falsificato l’ordinanza di riabilitazione del Tribunale di Sorveglianza. E su questo dovrà indagare la Procura. Il caso nasce da lontano. Due anni fa l’assessorato ha avviato verifiche sui circa 3 mila precari che compongono il bacino dei Pip di Palermo.

Quasi seicento sono stati espulsi perchè avevano precedenti penali per reati gravi (incompatibili con un impiego nelle pubbliche amministrazioni) o perchè avevano redditi elevati che non giustiticavano un sussidio pubblico. In seguito con vari decreti e leggi molti di loro sono stati riammessi.

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