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Regionali in pensione anticipata, c’è l’accordo: via libera agli esodi ma è ancora scontro

I dipendenti potranno revocare la domanda una sola volta. L’amministrazione potrà però rifiutarla per motivi finanziari

PALERMO. «I dipendenti che matureranno i requisiti per il prepensionamento fra il primo gennaio 2016 e il 31 dicembre 2020 potranno revocare la domanda di collocamento in quiescenza entro il termine di 45 giorni prima della data di maturazione dei requisiti. La revoca può essere formalizzata una sola volta»: è il passaggio chiave (e contorto) dell’accordo faticosamente siglato ieri fra Aran e sindacati.

In questo modo la Regione è riuscita a introdurre la revocabilità della domanda di prepensionamento: l’assenza di questa opportunità nella riforma varata a fine aprile aveva fino a ora strozzato la voglia dei dipendenti di lasciare gli uffici. Ora l’esodo dovrebbe ripartire. Non è stato facile raggiungere questo accordo, che tra l’altro ha spaccato i sindacati. Da fine maggio l’assessorato alla Funzione pubblica provava a introdurre la revocabilità della pensione.

Ma almeno due tentativi di intesa con i sindacati erano falliti quasi sul traguardo. Al punto che si riteneva potesse rendersi indispensabile una nuova legge all’Ars. La revocabilità è ritenuta necessaria dai dipendenti perchè la domanda di prepensionamento va fatta in ogni caso entro metà novembre, anche se si andrà in pensione dal 2016 in poi. Ma il timore è che i calcoli sull’assegno, ancora un po’ incerti, rendessero svantaggioso lasciare gli uffici. A quel punto però non c’era più nulla da fare per restare in servizio. Ora invece si potrà revocare la domanda.

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