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Palermo, boccata d'ossigeno per gli albergatori, Farruggio: «Ma si investa di più su servizi ed eventi»

PALERMO. Il trend positivo partito nel 2013 è confermato anche per quest' estate. Al termine dei mesi difficili in autunno e in inverno, il turismo in città torna a prendere una grossa boccata d' ossigeno. A confermarlo sono i numeri delle presenze negli alberghi della città. Dopo il boom delle ultime due stagioni estive- per la verità molto allargate, perché gli incrementi di turisti cominciano a registrarsi da aprile e continuano per tutto il mese di ottobre- anche quest' anno Federalberghi Palermo, secondo i primi rilevamenti fatti, prevede un aumento delle presenze alberghiere rispetto al 2014. «Un bilancio certo si avrà alla fine di agosto, ma dai primi dati di cui siamo in possesso possiamo già stimare anche per quest' anno un incremento di presenze negli alberghi della città», afferma il presidente di Federalberghi Palermo, Nicolò Farruggio.
Presidente, dopo i mesi difficili dell' inverno, finalmente la città torna a riempirsi di turisti.
«Anche quest' anno è confermato l' andamento positivo. Il capoluogo siciliano ha acquistato di nuovo il suo appeal, malgrado ancora alcuni servizi non siano in linea con gli standard di efficienza. C' è, dunque, la conferma di un' inversione di tendenza positiva da due anni a questa parte per il settore alberghiero della città. I numeri sono positivi e non contano delle strutture extralberghiere. Mi riferisco ad appartamenti presi in affitto, b&b: anche questi sono molto sfruttati dai turisti in visita in città».

In quali zone della città gli alberghi registrano il maggior numero di presenze turistiche?
«Siamo nel pieno dell' estate e sicuramente per le prossime settimane sarà difficile trovare un posto libero negli alberghi di Mondello. Ma ad oggi sono molto gettonati anche gli alberghi del centro storico».

A proposito di centro storico, può aiutare il riconoscimento Unesco del percorso arabo -normanno?
«Certamente, sì. C' è molta curiosità anche da parte dei turisti stranieri, che vogliono scoprire la cit tà sotto questo nuovo punto di vista. Il riconoscimento del percorso Unesco è ancora recente, quindi ci auguriamo che questo possa dare una maggiore spinta anche per il futuro. Inoltre, in questo senso aiutano le isole pedonali che sono state create. Le pedonalizzazioni sono molto apprezzate dai turisti, perché permettono di visitare il centro storico più agevolmente».

Da dove arrivano i turisti stranieri?
«Lo zoccolo duro resiste. Mi riferisco in particola re a francesi, tedeschi, inglesi e soprattutto spagnoli. Però, non possiamo accontentarci e, anzi, dovremmo cavalcare l' onda per attrarre ancora più visitatori. Per esempio, si registra un calo di turisti russi, mentre è poco presente la fetta di turisti rappresentata dai Paesi scandinavi e del nord Europa. Questo si verifica perché mancano collegamenti diretti. Contiamo, invece, di avere una nuova inversione di tendenza dai Paesi orientali, anche grazie al nuovo collegamento diretto Ryanair che da ottobre sarà attivo con la Corea del Sud, sulla tratta Palermo -Seul».

I dati del capoluogo sono incoraggianti. Si può dire la stessa cosa per il resto della provincia?
«Purtroppo no. Anzi, in questo momento si può dire che Palermo viaggia da sola rispetto alle altre località che, negli anni scorsi, sono state ad alta densità turistica. Penso a Terrasini e soprattutto a Cefalù. La provincia perde molto ed è poco sfruttata e fa segnare un dato in controtendenza rispetto alle altre province siciliane. Il Ragusano, il Messinese e anche il Catanese stanno vivendo un momento di crescita di presenze turistiche. In queste aree ci sono tante piccole località che sono frequentatissime dai turisti».

In questo senso la condizione che si è venuta a creare con il viadotto Himera ha contribuito in negativo?
«Per Cefalù sicuramente è stato un brutto colpo, che si è andato ad aggiungere a una situazione già difficile. Verso Cefalù, infatti, si riversano visitato ridelle zone di Enna e Caltanissetta che probabilmente rinunciano a raggiungere il comune palermitano a causa delle condizioni dell' autostrada. La stessa cosa non si può dire, per il momento, per Palermo. Lo dimostra il fatto che ad oggi tutte le prenotazioni per il capoluogo non sono state disdette».

Anche a livello occupazionale il settore alberghiero del capoluogo fa segnare una ripresa?
«La ripresa c' è, ma ancora siamo a livelli medi abbastanza bassi. Purtroppo Palermo paga il fatto che da novembre a marzo la città si svuota di turi sti, perché è chiaro che uno dei maggiori fattori attrattivi della città sia il mare. E ci sono anche strutture che stanno proprio ferme».

C' è la possibilità di vedere un giorno dei dati non dico alla pari ma quantomeno più vicini tra alta e bassa stagione?
«Intanto, c' è da dire che rispetto al passato qualche miglioramento c' è stato. Se prima i mesi con più presenza negli alberghi erano quelli estivi e cioè giugno, luglio e agosto, adesso la fetta si è allargata. Le prenotazioni cominciano ad arrivare già da aprile: la città è tornata a essere una meta scelta anche per le vacanze pasquali e altre festività come 25 aprile e primo maggio. Quindi, la città si comincia a riempire già in primavera. E allo stesso tempo ci sono prenotazioni anche fino a ottobre».

Ma si può pensare a qualche misura che possa attrarre i turisti anche da novembre a marzo? Il Comune fa qualcosa?
«Il Comune ha fatto qualcosa a livello di promozione, ma si può fare sempre di più. Bisogna stimolare il turista a venire a Palermo».
Si spieghi.
«A Palermo c' è il mare ed è una città ricca di un grande patrimonio culturale e di monumenti. Ma questo non può bastare. Penso soprattutto a due obiettivi per attrarre turisti, italiani e stranieri, a raggiungere la nostra città. Prima di tutto, se si vuole vincere la scommessa del turismo, bisogna investire su questo settore e bisogna farlo a prescindere da quale sia il colore politico dell' amministrazione comunale. E investire sul turismo significa programmare e dare ordine ai servizi, che ancora oggi sono carenti e non sono a misura di turista. E poi c' è un altro tasto sul quale bisogna battere ed è quello degli eventi. È chiaro che nei mesi freddi non puoi puntare tanto sul mare e quindi sei costretto a virare su altre attrattività. A Palermo non mancano certo gli spunti culturali.
Ecco, bisogna organizzare più eventi: che siano di svago e divertimento o culturali e poi promuoverli per farli conoscere. Solo così si risveglierebbe la curiosità dei turisti per la città anche nei periodi di bassa stagione».

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