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Arriva la tassa sui condizionatori ma solo per quelli oltre i 12 kW

Federconsumatori e Adusbef ricordano che da ottobre sono scattate le nuove regole previste dalla direttiva europea sulle emissioni di anidride carbonica

ROMA. Una nuova tassa occulta: quella sull'aria fresca, sui condizionatori. Certo una cifra non da rovinarsi, 200 euro l'anno calcolano i consumatori, ma che riguarda solo gli impianti oltre i 12 kw che sono quelli che servono a raffreddare ambienti oltre i 160 mq e che è stata introdotta in forza di una direttiva europea nel 2013 dal governo Monti.

La notizia della nuova 'tassa' viene rilanciata dai consumatori preoccupati per l'ennesima mini-stangata su un mercato che fattura in Italia circa un miliardo l'anno: Federconsumatori e Adusbef ricordano infatti che da ottobre sono scattate le nuove regole previste dalla direttiva europea sulle emissioni di anidride carbonica e che prevedono appunto una tassa sull'aria condizionata. Stimano l'aggravio in circa 200 euro a famiglia (tra costi diretti per chi ha una casa 'enorme' da raffreddare e costi indiretti, cioè quelli che, ad esempio, un ristorante che la paga poi inevitabilmente scarica sulla clientela).

''Sono arrivati a tassare anche l'aria'', affermano in una nota. La direttiva obbliga i proprietari a possedere un libretto di impianto (oltre i 12 kw, mentre in case medie si arriva normalmente a 2-2,5 kw), oltre a introdurre controlli dei condizionatori ogni quattro anni. Sono previste delle multe salate per chi non è in regola: dai 500 ai 3mila euro. Per il rilascio del libretto e del primo bollino per i condizionatori Federconsumatori e Adusbef stima una spesa di 180-220 euro, che salgono a circa 300 se i condizionatori in casa sono più di uno. A questi costi si aggiungono le ricadute indirette perché il prelievo sui condizionatori negli esercizi commerciali, nei ristoranti, negli studi di professionisti rischia di ripercuotersi sulle tasche dei cittadini. Le due associazioni si dicono ''pronte, in sede europea ed anche in ambito nazionale, a mettere in campo tutti gli strumenti per la cancellazione di tale obolo''.

La notizia è un po' datata quindi anche se i consumatori spiegano che la normativa è scattata lo scorso ottobre e quindi i primi controlli partiranno ora. Ma, con il caldo africano di questi giorni, è una notizia 'ghiotta'. Tanto che, pubblicata da un quotidiano, rimbalza sui social network creando il solito scompiglio. Ma un sito 'anti-bufale' spiega: "Il libretto è un obbligo già da qualche anno, senza che nessuno si sia preoccupato di fare molto in merito, ma l'imposta, l'unica cosa che ci preoccupa davvero, va pagata se il nostro impianto è superiore ai 12 kW, che si calcolano moltiplicando i Btu del nostro impianto per 0.000293. Se abbiamo un condizionatore da 12.000 Btu (che fa un bel freschetto) i kW saranno 3,52 e non 12, dunque non avremo nulla da pagare. Come spiega chiaramente il d.p.r.".

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