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Vestito da Joker fece fuoco al cinema, Holmes rischia la pena di morte

Era il 20 luglio del 2010 quando, durante la prima di 'Batman - The Dark Night Rises', Holmes entrò nel cinema di Aurora, vicino Denver, mascherato da Joker e aprì il fuoco uccidendo 12 persone e ferendone altre 70

NEW YORK. James Holmes è colpevole di omicidio di primo grado per la strage di Aurora. E ora rischia la condanna a morte. La giuria ha emesso il suo verdetto al termine di un giorno e mezzo di deliberazioni, respingendo la tesi dell'infermità mentale avanzata della difesa di Holmes.

Era il 20 luglio del 2010 quando, durante la prima di 'Batman - The Dark Night Rises', Holmes entrò nel cinema di Aurora, vicino Denver, mascherato da Joker e aprì il fuoco uccidendo 12 persone e ferendone altre 70, in uno degli attacchi più feroci della storia americana. La giuria, composta da nove donne e treuomini, dovrà decidere se per Holmes ci dovrà essere la condanna a morte o se basterà il cercare a vita senza possibilità di uscire su parola.

La difesa di Holmes ha presentato durante il processo prove per dimostrare come il ragazzo era instabile poco prima di commettere il gesto. «L'infermità mentale è la sola ragione per cui questo crimine è avvenuto», ha detto il legale di Holmes, Daniel King, nell'arringa finale durata due ore e durante la quale ha esortato la giuria a essere coraggiosa ed evitare di agire sulla spinta delle emozioni e della vendetta.

Ma l'accusa è riuscita a persuadere la giuria che Holmes era sano di mente. Durante il processo, iniziato alla fine di aprile, alcuni testimoni hanno raccontato come Holmes sia emerso sul palco del cinema poco dopo l'inizio del film e di come abbia lanciato gas lacrimogeni poco prima di aprire il fuoco. E ripercorso l'orrore del dopo, con sangue ovunque e gente nascosta sotto le poltrone per cercare riparo.

L'accusa ha dipinto Holmes come metodico, spinto da un profondo senso di rabbia e sempre più isolato a scuola. La giuria ha avuto anche modo di ascoltare testimonianze su come Holmes aveva descritto ad altre persone le proprie fantasie sulla possibilità di uccidere per aumentare il suo «capitale umano». «Ha commesso il crimine per una ragione: per sentirsi
meglio», ha detto il procuratore distrettuale della contea di Arapahoe, George Brauchler, nelle argomentazioni finali. «Il ragazzo era sano al di là di ogni ragionevole dubbio e deve
essere ritenuto responsabile per quello che ha fatto».

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