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L'Ungheria avvia la costruzione del muro "spinato" per bloccare i migranti

MORAHALOM.  Iniziata in Ungheria la costruzione del muro per fermare il flusso di migranti. Dopo il sì del Parlamento, una squadra di circa 900 operai sta lavorando all'installazione della barriera "anti-immigrazione" a Morhahalom, al confine con la Serbia.  Il muro sarà alto 4 metri e lungo circa 175 chilometri.

Appena una settimana il Parlamento ungherese ha approvato la proposta del Governo. Il premier Viktor Orban  si giustifica sostenendo che «difendendo l'Ungheria dagli immigrati clandestini, difendiamo anche l'Unione europea». Per Orban è «un messaggio chiaro ai migranti: tu non devi venire, questa non è la tua patria, e sarai espulso velocemente».

La controversa legge prevede, oltre la costruzione di una barriera di filo spinato al confine con la Serbia, anche l'espulsione degli immigrati dal Paese con una procedura accelerata. Per Orban è una questione di 'autodifesa': il premier ritiene scontato che una nazione abbia il diritto di decidere chi fa entrare in casa propria. Tecnicamente, si tratta di una modifica della normativa esistente sull'immigrazione e da adesso in poi limiterà anche la concessione del diritto d'asilo, in risposta al numero record di migranti e rifugiati che hanno raggiunto il Paese quest'anno (circa 67 mila).

Le nuove regole, già duramente criticate dall'agenzia Onu per i rifugiati che vede minata la possibilità di fuggire dalle guerre per moltissime persone, permetteranno alle autorità di cancellare le richieste d'asilo se i richiedenti lasceranno la loro residenza designata in Ungheria per più di 48 ore senza autorizzazione; inoltre prevedono il prolungamento della loro detenzione, nonchè la possibilità di obbligarli a lavori di pubblica utilità per coprire le spese di mantenimento. Ma soprattutto la nuova legge ne renderà possibile l'espulsione per via breve verso la Serbia, Paese di provenienza, giudicato 'sicuro' dai legislatori ungheresi.

Le spese previste per la costruzione della barriera "spinata" sono di circa 22 milioni di euro. Orban ha affermato che la quota di 'migranti economicì attratti dal sistema europeo del welfare sta crescendo, e che l'invasione deve essere fermata. «Le cattive politiche possono aumentare e anche fomentare questa multiforme migrazione di massa», ha aggiunto.  L'anno scorso oltre 100mila migranti e profughi hanno raggiunto l'Ungheria. La maggior parte è arrivata attraverso il confine con la Serbia dopo aver attraversato Macedonia, Bulgaria e Grecia. Dopo aver presentato la richiesta di asilo in Ungheria, la stragrande maggioranza di queste persone abbandona il Paese per recarsi in altri stati dell'Ue, come l'Austria o la Germania. Secondo le statistiche sul fenomeno si tratta di profughi provenienti per lo più da Siria, Afghanistan e Iraq, cioè paesi in guerra.

Le modifiche al sistema di asilo in Ungheria potrebbero avere 'conseguenze fatalì per i profughi in fuga dalle zone di guerra, secondo l'Agenzia Onu per i rifugiati, che aveva lanciato l'allarme già prima del voto parlamentare. In una lettera aperta ai legislatori ungheresi, il rappresentante dell'agenzia ha detto che se ogni Paese ha il diritto di difendere i propri confini e i propri cittadini, le modifiche progettate in Ungheria «metteranno le persone nell'impossibilità di fuggire dalle persecuzioni e di accedere alla protezione internazionale. Le misure proposte creeranno barriere sia legali sia fisiche che potrebbero avere conseguenze fatali», le nuove leggi disattendono «i principi morali e i minimi standard umanitari», e non sono in linea con gli obblighi dell'Ungheria sulla base dei Trattati internazionali. Ma per Orban tutto questo non ha importanza: solo opponendosi fermamente all'immigrazione, può sperare di recuperare il consenso perduto negli ultimi tempi.

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