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Il decreto pensioni è legge, pagamento degli arretrati dall'1 agosto: tutte le novità

ROMA. La data per il pagamento delle pensioni è già stata unificata al primo del mese. Il rimborso degli arretrati prima congelati arriveranno nelle tasche dei pensionati all'inizio di agosto, con un decalage rispetto al recupero dell'inflazione congelato dal Governo Monti, poi cancellato dalla Corte Costituzionale. Il Parlamento ha ora concluso l'iter di conversione del decreto. Le norme, con i voto finale in aula al Senato, sono legge e prevedono anche risorse per la cig in deroga e per contratti di solidarietà (quest'ultime aumentate nel corso dell'esame parlamentare).

Ecco i contenuti capitolo per capitolo.

RIVALUTAZIONE AUTOMATICA PER FASCE - Per il 2012 e il 2013 saranno rivalutate al 100% le pensioni fino a tre volte il minimo, al 40% quelle tra tre e quattro volte il minimo, al 20% quelle tra quattro e cinque volte il minimo, al 10% infine quelle tra cinque e sei volte il minimo. Per gli assegni complessivamente superiori a sei volte il minimo non ci sarà alcun adeguamento. Per il 2014 e il 2015 la rivalutazione è stabilita invece al 20% e, a decorrere dall'anno 2016, al 50%.

CAMBIA IL MONTANTE CONTRIBUTIVO - Il coefficiente non potrà essere inferiore a uno. La misura costa 11,9 milioni fino al 2023 e di 200mila euro a partire dal 2024. Le coperture arriveranno dal Fondo per interventi strutturali di politica economica.

DATA UNICA PER TUTTI GLI ASSEGNI - La novità è già scattata il primo giugno. Pensioni, rendite vitalizie, indennità: saranno tutti posti in pagamento il primo giorno di ciascun mese o il giorno successivo se festivo o «non bancabile», con un unico mandato di pagamento. Dal 2017, i pagamenti avverranno invece il secondo giorno «bancabile» di ciascun mese. Tra le novità introdotte l'indicazione che le pensioni verranno pagate il secondo giorno del mese a gennaio 2016 e dal 2017 per tutti i mesi.

UN MILIARDO PER CIG IN DEROGA - Il Fondo sociale per occupazione e formazione viene incrementato per il 2015 di 1 miliardo di euro, per il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga. Gli oneri saranno coperti dal riducendo l'apposito fondo istituito dalla legge di Stabilità 2015 presso il ministero del Lavoro con una dotazione di 2,2 miliardi per ciascuno degli anni 2015 e 2016 e di 2 miliardi dal 2017. Arriva anche il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per il settore della pesca per 35 milioni.

290 MILIONI PER CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ - Il decreto autorizzava inizialmente la spesa di 70 milioni di euro per l'anno 2015. Nel corso dell'esame parlamentare l'importo è stato portato a 290 milioni. In particolare per il 2015, 150 milioni sono destinati all'innalzamento dal 60 al 70% dell'integrazione salariale dei contratti di Tipo A (riservati alle imprese che hanno accesso alla cassa integrazione), e 140 mln sono destinati ai contratti di Tipo B (utilizzati dalle imprese che non hanno accesso alla cassa integrazione) al fine di evitare o ridurre le eccedenze di personale. Inoltre, ulteriori 20 mln sono assegnati - passando da 115 a 135 milioni per il 2015 - per finanziare il secondo anno degli accordi di crisi aziendale per cessazione di attività che prevedono, tramite il trattamento di Cigs, la possibile rioccupazione dei lavoratori sospesi.

NIENTE ONERI PER TFR IN BUSTA PAGA - Nel decreto sono state inserite anche misure che facilitano i finanziamenti bancari in favore di datori di lavoro che non intendono corrispondere immediatamente il Tfr con risorse proprie. Le operazioni saranno esentate da oneri fiscali e semplificate nella procedura per ottenere garanzie, attraverso l'introduzione di un «privilegio speciale» sul credito specifico.

LE NOVITÀ. Tra le novità introdotte nel corso dell'esame parlamentare, oltre ai finanziamenti per i contratti di solidarietà e ai ritocchi sulla data di erogazione delle pensioni dal 2016, ci sono anche un chiarimento sulle agevolazioni previdenziali per gli esposti all'amianto (vengono estese ai lavoratori in mobilità) e la soluzione per la questione della rivalutazione negativa subita dagli assegni a seguito della riduzione del Pil 2014.

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