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Tsipras in tv difende il suo piano: ma l'Ue è stata vendicativa e attacca Varoufakis. Giallo sulle baby pensioni

Le prime riforme vanno approvate dal Parlamento entro la mezzanotte di oggi e dopo una giornata di frenetiche consultazioni con i suoi e con gli (ex) oppositori di To Potami, Pasok e Nea Demokratia, dovrebbe avere i numeri per assorbire la spaccatura con l'ala radicale di Syriza

ATENE. "La reazione al referendum non onora l'Europa" perché gli europei sono stati "vendicativi" ma se anche l'accordo è "molto duro" darà alla Grecia tre anni ed è "migliore" di quello rifiutato il 25 giugno perché "prevede la crescita". Dopo 24 ore di silenzio Alexis Tsipras va in tv a parlare direttamente ai greci, mentre La sabbia nella clessidra preparata da Merkel e Schaeuble scorre in fretta.

Le prime riforme vanno approvate dal Parlamento entro la mezzanotte di oggi e dopo una giornata di frenetiche consultazioni con i suoi e con gli (ex) oppositori di To Potami, Pasok e Nea Demokratia, dovrebbe avere i numeri per assorbire la spaccatura con l'ala radicale di Syriza. In 70 minuti di 'intervista' sul primo canale della tv pubblica Ert Tsipras assicura che non pensa a dimissioni: "Non lascio il paese nella catastrofe" e promette che "farò di tutto per tenere unita Syriza". Ma bastona Yanis Varoufakis (oggi tornato ad attaccare l'Eurogruppo, paragonando le sue decisioni "al colpo di stato del '67" fatto con le banche al posto dei tank): "Ha commesso evidenti errori". E mette i panni dello statista: "Saremo giudicati dalla storia".

Ringrazia per "l'appoggio di Francia, Italia e Cipro" nell'eurosummit in cui "gli altri volevano che il mio governo fosse solo una parentesi". Si assume "responsabilità" di aver firmato un testo in cui "non crede" pienamente ma di averlo fatto "per evitare il disastro". E spiega che la sua priorità è stata "la stabilità finanziaria" della Grecia. Poi rivela che Schaeuble "già a marzo" aveva offerto a Varoufakis l'ipotesi di una Grexit controllata, ma di "non aver mai pensato a tornare alla dracma". Infine sostiene che il piano è comunque "di sinistra", sottolineando i detestati aumenti dell'Iva e l'eliminazione degli sconti fiscali per le isole, sono "meglio che tagliare stipendi e pensioni".

L'esternazione di Tsipras arriva dopo l'assist del Fmi cha ribadito la necessità di ristrutturare il debito mentre i grandi economisti del mondo bocciano la ricetta dell'Eurogruppo e pochi difendono l'accanimento di Merkel e Schaeuble. Ma mentre a Bruxelles si prova a dare fiato alle banche greche con un prestito ponte, in Ecofin arriva il 'no' di Londra. Intanto il governo deposita in Parlamento la bozza della riforma. Secondo Kathimerini, il principale quotidiano greco, dal testo manca l'eliminazione delle baby pensioni. In tv Tsipras sostiene che saranno cancellate. Il quotidiano scrive che nella 'lenzuolata' non ci sono perché prima è necessario un pronunciamento della Corte Costituzionale, che a giugno ha già bocciato la riforma delle pensioni fatta nel 2012 per il secondo piano di salvataggio. Il dubbio è se non sia un modo per riavvicinare l'ala radicale di Syriza, di cui non è chiara la consistenza.

Mentre il ministro della Difesa Kammenos, il leader di Anel e junior partner si è detto contrario al piano, voterebbe sì per restare nel governo. Nell'omnibus delle 'Misure urgenti per la negoziazione e la conclusione di un accordo con l'Esm' ci sono anche aumenti dei contributi di solidarietà per i redditi oltre i 30mila euro ed un prelievo speciale del 5% sugli emolumenti di tutte le cariche dello Stato e della Pa: dal presidente della repubblica fino ai sindaci. Fra tagli di spesa e nuove entrate, 3,175 miliardi. Dopo la maratona in Parlamento, si profila il 'rimpasto' di governo. Intanto il ministro per l'Economia Giorgos Stathakis annuncia che il controllo dei capitali resterà per almeno altri due mesi, che in Grecia non ci sono i 50 miliardi di beni da privatizzare e conferire al fondo di garanzia del prestito voluto da Berlino e dagli altri falchi dell'Eurogruppo e che le banche resteranno chiuse almeno fino a giovedì, quando si riunirà nuovamente il board della Bce, (ma è probabile che le filiali non riapriranno neppure la prossima settimana).

Unico, pallido segno di ritorno alla Grecia pre-referendum, in un paese comunque apparentemente normale - con ristoranti pieni, niente più file ai bancomat e supermercati riforniti come sempre - è l'annuncio che da domani si torneranno a pagare i trasporti pubblici. Il fronte del 'no' domani si farà comunque sentire. E' annunciata una raffica di scioperi: domani si fermeranno gli statali, la metro starà ferma dalle 5 alle 9 e poi forse di nuovo in giornata, le farmacie hanno annunciato una serata contro le ventilate liberalizzazioni. Finora le proteste sono state sempre ordinate. Ma per misura precauzionale attorno a piazza Syntagma sono spuntati agenti in tenuta antisommossa.

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