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«Troppi dirigenti e stipendi più alti, la Sicilia maglia nera tra le regioni»

I magistrati contabili avvertono la necessità di «un disegno organico e completo, che tenga in debito conto la insostenibilità dell'attuale dimensionamento degli apparati centrali e periferici della Regione, oltre che degli organismi esterni»

PALERMO. Torna la relazione annuale della Corte dei Conti e con essa tornano puntualmente le valutazioni critiche dei magistrati contabili relative alle modalità di assunzione e di gestione del «personale».
Meglio di qualunque sintesi giornalistica, i giudizi testuali della Corte possono dare ai lettori la rappresentazione puntuale di una matassa che sembra inestricabile. I magistrati puntano il dito «sull'anomalo utilizzo delle politiche assunzionali», sul conseguente «sovradimensionamento delle strutture centrali e periferiche», sulla «proliferazione delle posizioni dirigenziali» ed ancora «sull'espandersi del perimetro pubblico attraverso enti ed organismi vari»; il tutto accompagnato da «uno statuto giuridico ed economico di favore» con l'effetto di avere generato «irragionevoli disarmonie rispetto agli altri comparti del pubblico impiego».
Nonostante una lieve flessione negli ultimi anni, il personale regionale resta in numero considerato ancora elevato: 19.928 unità, con un costo per retribuzioni, oneri riflessi e pensioni di 1.546 milioni di euro. A questi valori vanno poi aggiunti, secondo la Corte dei Conti, il personale stagionale per l' antincendio e la manu tenzione dei boschi, con un costo annuo di 275 milioni di euro, ed il personale delle società partecipate per altri 272 milioni.

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