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Regione, da Roma sì ai 300 milioni
Faraone: saranno pagati gli stipendi
Il governo impugna parte del bilancio

PALERMO. Via libera da Roma ai 300 milioni necessari per chiudere il Bilancio regionale 2015. “Stiamo facendo importanti passi in avanti a Roma per trovare una soluzione alla questione della chiusura del bilancio della Regione Sicilia. Grazie alla determinazione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si sta chiudendo una partita per il presente e si sta aprendo una strada per il risanamento dei conti e lo sviluppo della Regione Sicilia”. Così il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, a proposito dell’erogazione, da parte dello Stato, dei fondi attesi.

“Il riconoscimento di questi 300 milioni – continua Faraone - segna un risultato importantissimo: la Regione avrà le risorse per pagare gli stipendi ai dipendenti e i 300 milioni consentiranno di incrementare in maniera strutturale le entrate. Rappresentano un primo passaggio di un percorso che dovrà portare ad una revisione completa degli accordi economici tra Stato e Regione. Se la Sicilia proseguirà in questo cammino virtuoso sarà possibile risanare completamente i conti e prendere il treno della ripresa”.

“Bene ha fatto il governo e il Consiglio dei ministri di oggi a impugnare la parte di bilancio approvato dalla Regione Sicilia – aggiunge il sottosegretario - in cui si prevede l’uso dei Fondi per lo sviluppo e gli investimenti per spese correnti. L’autorizzazione ad usare queste risorse per il 2015 è stata un’eccezione concordata dal governo nazionale soltanto in via d’emergenza. Mai più potrà accadere che risorse pensate per le nuove generazioni possano essere utilizzate per finanziare sprechi della Regione Sicilia”.

“È importante ricordare – prosegue -  che le difficoltà del 2015 della Regione nascono da un’operazione di trasparenza sui conti: finalmente si è interrotta la prassi di gonfiare le entrate creando debito sulle spalle dei cittadini. Coraggiosamente si è rotto con il passato cercando altrove le risorse. Si è impostata una politica di rigore che si è concretizzata con la legge regionale di stabilità 2015, con cui la Sicilia ha riguadagnato credibilità a livello nazionale”.

“Nel 2015 le entrate strutturali, secondo le previsioni condivise con il Governo centrale, dovrebbero aumentare di circa 600 milioni – spiega Faraone - tra IVA, Imposta sui redditi di persone e società. Questo significa un aumento delle entrate tributarie pari a oltre il 5%. Alle entrate ordinarie vanno poi aggiunti altri 800 milioni di entrate straordinarie: 200 come quota dei 300 dell'accordo e 580 di restituzione di importi trattenuti alla fonte nel 2014”.

“Ora è fondamentale – conclude Faraone - mantenere i tavoli con lo Stato per lavorare da subito sulla finanziaria 2016, per la quale Stato e Regione dovranno ancor di più lavorare fianco a fianco”.

L’IMPUGNATIVA.  Il Consiglio dei Ministri ha deliberato di impugnare gli esercizi 2016-2017 della legge di stabilità della Regione Sicilia, in quanto alcune disposizioni riguardanti il concorso regionale agli obiettivi di finanza pubblica, non provvedono all'individuazione della copertura finanziaria per le rispettive annualità, contrastando in tal modo con il principio di copertura finanziaria di cui all'art. 81, terzo comma, della Costituzione. Lo rende noto il comunicato stampa del Cdm.  Contemporaneamente - prosegue la nota - si è deciso di aprire un tavolo di confronto istituzionale con la Regione Siciliana per provvedere all'individuazione di possibili soluzioni concordate in merito alla copertura finanziaria per gli anni 2016 e 2017.

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