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I falchi Pd puntano alle elezioni anticipate, i moderati: un patto per le riforme

Faraone e i suoi premono perché si vada alle elezioni anticipate a novembre. Lumia frena

PALERMO. I falchi del Pd lavorano per le elezioni anticipate a novembre, le colombe provano a rimettere in piedi l’alleanza fra Crocetta e il centrosinistra intorno a un patto per le riforme.

La direzione regionale del Partito democratico ha acuito le distanze fra il presidente e il suo partito. E adesso l’ala Faraone, che fino alla scorsa settimana si era data una prospettiva di un anno per arrivare a elezioni anticipate, vorrebbe perfino accelerare i tempi. Non più urne aperte ad aprile 2016 (un anno e mezzo prima della scadenza naturale) ma già a novembre 2015. Per due motivi. C’è il timore che il governo non riesca più a portare avanti neppure l’ordinaria amministrazione e che questo favorisca la campagna elettorale (lanciatissima) dei grillini. E ad aprile 2016 si profila una Finanziaria che definire «lacrime e sangue» sarebbe un eufemismo: una manovra che rischia di essere elettoralmente penalizzante. Meglio dunque votare prima e delegare i tagli dolorosi a un futuro nuovo governo nella fase di luna di miele post elettorale.

L’ala renziana che fa capo a Davide Faraone lavora a questo piano. E registra la convergenza dell’area che si sta coagulando intorno a Fabrizio Ferrandelli, a sua volta vicino a Enzo Bianco. Il deputato palermitano stamani presenterà alla stampa il suo progetto - si chiama «I coraggiosi» - che punta a mettere pressione dall’esterno sui deputati che all’Ars dovrebbero approvare la mozione di sfiducia al presidente: «L'obiettivo è di costituire nove comitati provinciali e almeno 100 comitati cittadini. Già in cantiere "I coraggiosi" di Agrigento, di Messina e di Catania».

In realtà la maggioranza delle aree del Pd non vuole la sfiducia, perchè teme un effetto boomerang soprattutto se poi il presidente dovesse candidarsi in contrapposizione al partito.

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