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Strage nelle moschee, Boko Haram massacra 97 fedeli

MAIDUGURI. Trucidati mentre pregavano nelle moschee al tramonto, poco prima dell'interruzione del digiuno del Ramadan. Sono 97, quasi tutti uomini, le vittime dell'ultimo massacro di Boko Haram nella città a Kukawa, 180 chilometri a nord-est di Maiduguri, roccaforte del gruppo terrorista e maggiore città della Nigeria nord-orientale. Sono arrivati nelle moschee mentre la gente pregava, ha raccontato il portavoce dei gruppi di autodifesa Abbas Gava. Alcuni terroristi, ha aggiunto, sono entrati nelle case uccidendo bambini e donne che stavano preparando il pasto della sera. La dinamica è stata confermata da un membro del governo locale che ha richiesto l'anonimato perchè non autorizzato a parlare con i giornalisti. Le moschee, in particolare quelle i cui imam sono considerati troppo moderati, stanno diventando un obiettivo sempre più frequente dei jihadisti che hanno intensificato gli attacchi, soprattutto in questo mese di Ramadan, seguendo gli ordini del califfato. Il 22 giugno due ragazze si sono fatte saltare in aria in una moschea di Maiduguri affollata di fedeli in preghiera.

I morti sono stati 30 e decine i feriti.  La strage di Kukawa è avvenuta 24 ore dopo un altro attacco in un villaggio vicino, quello di Mussaram. «Almeno 48 fra uomini e ragazzi sono morti e altri 17 sono stati gravemente feriti», ha detto un altro membro di un gruppo di autodifesa, Maidugu Bida.  Lunedì scorso, ancora una volta vicino a Maiduguri, due kamikaze si erano fatti esplodere poco prima che arrivasse il vicepresidente Yemi Osinbanjo in visita a centinaia di migliaia di sfollati, forzati a lasciare le proprie case a causa dei continui attacchi di Boko Haram che negli ultimi 5 anni hanno trucidato 13 mila persone e ne hanno costrette alla fuga un milione e mezzo. Il pericolo Boko Haram ha contagiato già da tempo i Paesi confinanti con la Nigeria che stanno cercando di arginare l'espansione del gruppo. La notte scorsa il procuratore capo del Ciad, Alhassim Khamis, ha annunciato l'arresto, da parte delle forze di sicurezza, di uno dei leader dell'organizzazione. Si tratta di Bahna Fanaye, il cui alias è Mahamat Moustapha. L'uomo è ritenuto il responsabile del traffico di armi tra Nigeria, Camerun e Ciad per la rete islamica radicale. Khamis ha precisato che a casa di Fanaye sono stati sequestrati diverse armi, materiali di comunicazione, documenti e più di 50 schede Sim.

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