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Stati Uniti, Uber sotto accusa: "Viola la privacy"

NEW YORK. Molto mal sopportata dai tassisti in Europa, dove praticamente nessuno la utilizza negli Usa Uber sta davvero spopolando. Con un piccolo problema però: è nel mirino delle organizzazioni che difendono la privacy. L’Electronic Privacy Information Center (EPIC) ha infatti presentato una denuncia presso la Federal Trade Commission (FTC) attribuendo all’app di trasporto automobilistico privato la responsabilità di pratiche illegali e ingannevoli.

Sotto accusa sono le nuove regole stabilite da Uber che entreranno in vigore il 15 luglio. Secondo Epic consentirebbero di raccogliere dati sui contatti e di rintracciare la posizione geografica del singolo utente anche quando non sta utilizzando l’applicazione, violando il diritto alla privacy e alla sicurezza personale.  Nel documento in cui si chiede alla FTC l’avvio di un’indagine per vietare le modifiche introdotte, a sostegno delle tesi accusatorie si citano, peraltro, una serie di casi di abuso dei dati dei clienti come l’utilizzo della tecnologia dell’ “Occhio di Dio”, facilmente accessibile a dirigenti e dipendenti della società di San Francisco, per ottenere informazioni sui clienti o per tracciare alcuni reporter senza permesso e a loro insaputa.

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