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Rincorsa inutile, addio Parma: ricomincerà dalla Serie D

PARMA. Il Parma Fc non esiste più. È andato in scena l'ultimo atto del club emiliano di fronte al giudice Pietro Rogato che ha chiuso l'esercizio provvisorio, liquidando la società. Alle 14 è scaduto il termine fissato dai curatori fallimentari per la presentazione delle offerte per l'acquisto del club e, come previsto dopo i ritiri di Corrado e Piazza, nessuna proposta è pervenuta. Nessuna strada era rimasta insomma praticabile viste «le passività attuali e future di una squadra il cui avviamento è stato fortemente pregiudicato», aveva dichiarato questa mattina Mike Piazza gettando la spugna. Ieri sera, praticamente con le stesse parole, lo aveva fatto anche la 'Magico Parma Spà di Giuseppe Corrado.

Il Parma Fc era diventato, ha detto il giudice Rogato, «un caso impossibile» e «anche se Piazza e Corrado hanno provato in tutti i modi a salvarci - ha aggiunto Alessandro Lucarelli, capitano crociato e membro del comitato creditori - in due mesi e mezzo non sono riusciti a capire fino in fondo l'entità del debito futuro. Questo fa capire il danno che hanno fatto quei due (Ghirardi e Leonardi ndr) nei loro anni di permanenza a Parma». Ora si riparte, o meglio l'obiettivo è ripartire dalla Serie D. Il regolamento federale prevede che il titolo sportivo, ritornato nelle mani degli organismi federali, venga consegnato, sentito il parere del sindaco della città, ad una nuova società che dimostri di essere in grado di sostenere economicamente questo campionato. Nei mesi scorsi, alcuni imprenditori locali si erano incontrati per dare vita a questo progetto, ma negli ultimi tempi il loro lavoro si era fermato in attesa di conoscere gli esiti delle trattative con Corrado e Piazza. Ora, però, si deve fare in fretta perchè a disposizione ci sono praticamente due settimane. Al fianco di chi vorrà far ripartire il calcio a Parma ci sarà comunque Nevio Scala, il tecnico dei primi successi crociati in Italia e in Europa. «Io allenatore o presidente di un Parma in serie D? Qualche tempo fa, forse in un moto eccessivo d'affetto, avevo fatto questa promessa ed io le promesse le mantengo sempre - ha risposto Scala -. C'è gente che sta lavorando per questa prospettiva, attendo la loro chiamata». In attesa della rinascita, c'è il colpo durissimo di dipendenti e collaboratori: circa quaranta persone che da oggi sono senza un lavoro. Per non parlare dei fornitori e dei circa quaranta milioni di euro mai versati allo Stato. Un buco milionario su cui continuerà, scrivono i curatori fallimentari, «l'accertamento delle responsabilità, con le conseguenti azioni risarcitorie». Perchè, ha concluso Lucarelli, «adesso stiamo pagando tutti noi per colpa di altri. C'è chi ha causato tutto questo con la propria cattiva gestione e ora deve pagare».

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