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Varoufakis: "Siamo pronti a compromessi, se dalla Merkel arrivano segnali significativi"

La Grecia sarebbe pronta a scendere a compromessi se dalla cancelliera Angela Merkel arriveranno "segnali significativi" all'Eurosummit di lunedì

BRUXELLES. Per la Grecia si avvicina il giorno più lungo, quello che potrebbe passare alla storia come il Default-Day, cioè il momento in cui Atene, non riuscendo a pagare i suoi debiti, dovrà dichiarare bancarotta. Ma in Europa si lavora anche di domenica per evitare un simile scenario dalle conseguenze imprevedibili e rischiose che potrebbero riportare l'Eurozona in piena crisi. Perciò la Grecia lima le sue proposte e la Commissione europea prepara un possibile compromesso per cercare di arrivare all'Eurosummit d'emergenza di lunedì con qualcosa sul tavolo.

«Tutti stiamo lavorando per dare una mano al Governo Tsipras. L'impegno europeo, tuttavia, deve essere accompagnato da uno sforzo vero di riforme che Atene può e deve fare. Noi vogliamo che la Grecia resti nell'Euro e stiamo facendo di tutto perchè ciò si verifichi. Anche i greci devono, però, fare la loro parte», ha detto oggi il premier Matteo Renzi, sintetizzando gli sforzi diplomatici di queste ore coordinati dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. Il presidente dell'eurogoverno ha avuto anche oggi una conversazione telefonica con Tsipras, nel tentativo di trovare un punto di incontro e per assicurarsi che quello di lunedì non si trasformi in una resa dei conti senza margine per negoziare. Atene, ha scritto in un editoriale sul tedesco Fas il ministro delle finanze ellenico Yanis Varoufakis, sarebbe pronta a scendere a compromessi se dalla cancelliera Merkel arriveranno lunedì «segnali significativi». E il segnale che i greci vogliono resta sempre l'alleggerimento del debito, un tema che per gli europei si può affrontare solo dopo che Atene si sarà impegnata nell'aggiustamento di bilancio e nelle riforme che chiedono le istituzioni. Misure, come il taglio alle pensioni, che però il Governo ellenico rifiuta con forza. Ma Varoufakis
dice di non essere pronto a fare l'esperienza dell'uscita dall'euro: «Visto che questa crisi è stata causata interamente dall'ingresso nell'euro, ora sta all'Europa trovare una soluzione», ha detto a L'Echo.

Il tempo per trattare sta però scadendo e, per avere un accordo che sblocchi gli aiuti, Tsipras potrebbe dover cedere anche sulle promesse elettorali. Come gli chiedono anche gli Stati Uniti: «La migliore soluzione» è prendere «decisioni difficili», ha detto il segretario al Tesoro americano, Jack Lew, convinto che un'uscita dall'euro colpirebbe soprattutto il popolo greco in seguito al «terribile calo» che l'economia del
paese di troverebbe ad affrontare. Il Governo greco si riunirà domani mattina per mettere a punto le proprie proposte e stabilire la linea da tenere lunedì prima all'Eurogruppo e poi all'Eurosummit, al quale parteciperanno anche il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, il presidente della Bce Mario Draghi e dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Tra le proposte che Atene sta limando in queste ore, la tassa del 12% sulle imprese con profitti superiori a 1 milione di euro diventerebbe un prelievo del 7% su quelle con guadagni sopra i 500mila euro, e inoltre l'età
pensionabile potrebbe essere aumentata più rapidamente (3 anni invece di 9).

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