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L'Isis mina le rovine di Palmira, rapiti 1200 bambini a Mosul

MOSUL. L'antica Palmira rischia la  distruzione: l'esercito siriano avanza, l'Isis risponde  piazzando mine e ordigni nel sito, inestimabile patrimonio  dell'umanità, censito dall'Unesco. E a Mosul, dove gli iracheni  e gli alleati si preparano a lanciare la maxi offensiva per  abbattere 'la capitale del Califfatò, i jihadisti hanno rapito  oltre 1.200 minori, per addestrarli alla guerra.

 Potrebbero essere gli ultimi 'colpi di codà dei seguaci di  Abu Bakr al Baghdadi, costretti a ritirate strategiche su tutti  i fronti, compreso quello libico, dove i rivali di al Qaida  hanno preso il controllo di Derna, bastione del califfato nel  Mediterraneo.     A Palmira i soldati fedeli a Bashar al Assad «avanzano verso  la città», conferma l'Osservatorio nazionale dei diritti umani  (Ondus) considerato vicino ai ribelli anti-governativi. Stamani,  i caccia di Damasco sono tornati a martellare le postazioni  jihadiste, anche in città, causando «diverse vittime», mentre si  combatte furiosamente nella vicina zona di al-Baiarat  al-Gharbia. «Non sappiamo perchè abbiano minato le rovine, se  per distruggerle o per impedire l'avanzata dei governativi»,  afferma l'Ondus. I resoconti «sembrano essere veri», conferma il  responsabile siriano delle Antichità, Maamoun Abdulkarim: «La  città è nelle loro mani, la situazione è pericolosa».

Mentre il mondo attende con trepidazione di sapere quale sarà  la sorte delle meravigliose rovine di Palmira, a Mosul, capitale  irachena del califfato, l'Isis si prepara alla battaglia. Nei  giorni scorsi sono trapelate notizie sulla costruzione di  trincee e nuove postazioni difensive. I jihadisti, denuncia il  portavoce del Kurdistan Democratic Party della città, Said  Mimousini, «hanno rapito 1.227 bambini e li hanno portati al  campo di al-Salamiya per essere addestrati». Secondo alcune  testimonianze mai confermate, emerse nei mesi scorsi, nel campo  l'Isis avrebbe creato un vero e proprio dipartimento per  addestrare i minori di 18 anni, sia al combattimento sia agli  attacchi suicidi.     I bambini sono spesso utilizzati dall'Isis in chiave  propagandistica: sono ancora vive nella memoria le immagini  scioccanti dei video del gruppo nei quali i piccoli sono  trasformati in boia. Un sopravvissuto del carcere jihadista  'Point 11', l'ex stadio di calcio di Raqqa, in Siria, ha  raccontato alla Ap che questo tipo di esecuzioni «vengono  ripetute anche per 20 volte, in ogni occasione i bambini premono  il grilletto ma la pistola è scarica. Fino all'esecuzione vera,  ecco perchè i prigionieri nei video dell'Isis sembrano così  calmi, perchè pensano sia l'ennesima messa in scena».     Ma, anche se in Siria e Iraq l'Isis appare oramai sulla  difensiva, i jihadisti non demordono e anzi sfidano  ufficialmente anche Vladimir Putin: il gruppo ha battezzato la  nascita della Wilayat Qawqaz (la provincia del Caucaso). La  'provincià include milizie islamiche cooptate in Cecenia,  Daghestan, Inguscezia e altre regioni a maggioranza musulmana  del Caucaso russo. Ancora benzina sul fuoco nella turbolenta  regione tra il Mar Caspio e il Mar Nero.

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