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II primo inquinamento dell'uomo risale a 400 mila anni fa

Lo studio si basa su quattro denti umani trovati in Isaele, nella grotta di Qesem, e rivela inoltre che i nostri antenati si cibavano di semi e radici e usavano degli artigianali stuzzicadenti.

ROMA. Uomo e inquinamento vanno a braccetto sin dalle prime scoperte tecnologiche: nel tartaro di denti antichi 400.000 anni emergono le più antiche tracce di inquinamento umano, a produrlo erano i fuochi per cucinare i cibi. La scoperta, pubblicata sulla rivista Quaternary International, si basa su quattro denti umani trovati in Israele, nella grotta di Qesem, e rivela inoltre che i nostri antenati si cibavano di semi e radici e usavano degli artigianali stuzzicadenti.

Il tartaro è normalmente considerato uno dei grandi nemici per la salute dei denti, ma quello trovato degli archeologi su denti rinvenuti in una grotta in Israele rivela preziose informazioni sui nostri antenati. All'interno dei residui di tartaro, infatti, i ricercatori dell'Università Autonoma di Barcellona guidati da Karen Hardy hanno scoperto tracce di polveri di carbone, molto probabilmente dovute all'inalazione del fumo prodotto da fuochi accesi ogni giorno all'interno dei rifugi per cucinare. In ambienti chiusi, spiegano i ricercatori, i fumi avevano certamente un effetto dannoso sulla salute degli abitanti dei rifugi, come testimoniano i denti, e per questo si possono considerare come i primi inquinanti umani.

Dalle analisi del tartaro emergono però anche altri aspetti importanti. Uno di questi è che già nel Paleolitico l'uomo macellava la carne, la cucinava e ne usava ogni parte, dal midollo fino alle ossa, usate come strumenti. Nei denti sono presenti anche tracce di semi e fibre, che erano evidentemente parte della dieta quotidiana, e anche fibre vegetali di piccole dimensioni. Una traccia, quest'ultima, che secondo i ricercatori indicherebbe l'uso di stuzzicadenti per eliminare i residui di cibo rimasti tra i denti.

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