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Più alluvioni in inverno e a rischio siccità in estate: così l'Italia a fine secolo

ROMA. Italia accaldata e assetata d'estate e sommersa dalle piogge d'inverno. È lo scenario di fine secolo che emerge da una ricerca di alcuni scienziati del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) e del Cira (Centro italiano ricerche aerospaziali) di Capua secondo i quali nel 2100 la temperatura media registrerà un aumento di 3,2 gradi con rischio siccità in estate e un aumento dei giorni con oltre i 30 gradi.

In inverno, invece, aumenteranno le precipitazioni, in particolare le alluvioni. Lo studio - pubblicato in un articolo sulla rivista International journal of climatology - parla di un aumento della temperatura media di 3,2 gradi (differenza della temperatura media tra il periodo 1971-2000 e 2071-2100) e un incremento di precipitazioni nelle stagioni fredde e una diminuzione in quelle calde. I risultati della ricerca mostrano scenari climatici sull'Italia per valutare le variazioni di temperature e di precipitazioni per il secolo in corso e i relativi impatti.

«Le piogge aumenteranno in inverno soprattutto al centro-nord mentre diminuiranno al sud - spiega uno degli scienziati, Paola Mercogliano - in estate diminuiranno dappertutto: la conseguenza è il rischio di un aumento di eventi estremi in inverno e un deficit d'acqua in estate. Ci sono tanti dati su base regionale, grazie alla simulazione a otto chilometri che consente di
scendere nel dettaglio anche a livello di aree».

Il Cmcc dice che è come fare «uno zoom su una parte della Terra», per studiare i cambiamenti climatici attuali e futuri su scala regionale utilizzando modelli numerici che consentono di raggiungere «un livello di dettaglio sufficiente ad analizzare il clima di una determinata area del Pianeta».

Questo, rileva Mercogliano, anche perchè «c'è da tener presente che l'Italia è complessa, e i dati del Veneto sono diversi da quelli della Calabria». I dati - viene spiegato dal Cmcc - sono
«associabili al rischio alluvioni per quanto riguarda le stagioni invernali e ai problemi» relativi «la gestione delle risorse idriche nelle stagioni estive e primaverili soprattutto nelle regioni settentrionali» del Paese, «con particolari implicazioni sia per la disponibilità d'acqua ad uso civile, sia per altri usi come per i settori agricolo e industriale». Tra l'altro, osserva Mercogliano, «la ricerca dà l'idea non solo dei valori medi ma anche estremi» del clima mettendo in mostra,
nel quadro disegnato, «l'aumento sia delle temperature che delle precipitazioni»: e per esempio emerge che «aumentano i giorni in cui la temperatura andrà oltre i 30-35 gradi». Per il Cmcc grazie agli «avanzamenti della ricerca scientifica» queste «informazioni per i decenni a venire» saranno «di grande importanza per i decisori pubblici».

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