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"Paga gli scafisti per dirottare i barconi", bufera sull'Australia

CANBERRA. Una tempesta si è abbattuta sull'Australia: secondo quanto denunciato da Giakarta - che per questo ha convocato l'ambasciatore di Canberra - avrebbe segretamente «pagato» in alto mare gli scafisti perchè «dirottassero» verso le coste indonesiane i barconi di migranti diretti verso l'Australia. Affermazioni, contenute in un rapporto indonesiano, che il governo conservatore di Tony Abbott ha rifiutato di confermare o smentire, ma che ha già sollevato dure richieste di spiegazione dal Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e dall'Organizzazione internazionale per i migranti (Oim).

E, sul piano interno, una sollevazione delle opposizioni in parlamento contro Abbott, che si è già attirato critiche planetarie per il suo pugno di ferro nei confronti degli immigrati. Secondo il rapporto stilato sulla base di un'indagine della polizia dell'isola di Rote, dove il barcone sotto esame è approdato, ciascuno dei sei scafisti ha ammesso di aver ricevuto 5.000 dollari Usa in banconote da 100 per invertire la rotta. La ministra degli Esteri indonesiana, Retno Marsudi, ha convocato l'ambasciatore australiano a Giakarta, Paul Grigson, per chiedere spiegazioni. «Mi ha promesso di trasmettere le nostre domande a Canberra e di tornare con le risposte», ha detto. Più decisa la reazione del Commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, secondo cui nessun Paese dovrebbe pagare bande criminali. «Bisogna contrastare i trafficanti di esseri umani. Non pagarli, ma mandarli in galera quando è possibile, o sottoporli alla giustizia», ha detto.

Ha reagito anche l'International Organization for Migration: «Non vediamo alcuna circostanza in cui pagare i trafficanti di esseri umani possa essere nell'interesse di migranti vulnerabili», ha detto un portavoce. «Questo vale ancora di più alla luce delle gravi e ben documentate violazioni dei diritti umani dei migranti da parte di trafficanti senza scrupoli nelle recenti settimane in mari asiatici», ha aggiunto. Abbott ha ripetutamente rifiutato di rispondere se le asserzioni sul pagamento degli scafisti siano vere o no, ribadendo la linea che per «motivi di sicurezza» non si commentano le singole operazioni di protezione dei confini. E aggiungendo che il suo governo «è disposto a fare tutto quello che è necessario per continuare a fermare i barconi».

Vanno invece all'attacco i partiti d'opposizione, laburisti e verdi. Il leader laburista Bill Shorten ha scritto al Revisore dei conti generale, che ha l'autorità di controllare l'uso del denaro dei contribuenti da parte del governo, chiedendo di indagare se in questo caso sia stato usato denaro pubblico per finanziare attività criminali. «I trafficanti di persone dovrebbero essere in carcere, non sul libro paga del governo. Abbott deve dire agli australiani, una volta per tutte, che cosa sta veramente accadendo in alto mare», ha detto Shorten. E la senatrice dei Verdi Sarah Hanson-Young ha presentato oggi una mozione in Senato, dove i verdi sono l'ago della bilancia, per imporre al governo di presentare ogni documento relativo a pagamenti elargiti a trafficanti di persone.

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