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Parigi, troppo forti Djokovic e Williams: battuti Nadal ed Errani

PARIGI. Il numero 1 e la numero 1 del tennis mondiale raggiungono le semifinali del Roland Garros e, visto il loro stato di forma, hanno buone chance, il primo, di vincere  l'unico Slam che manca al suo pur cospicuo palmares; e, la seconda, di fare tris. Al penultimo atto del torneo, Novak Djokovic e Serena Williams sono approdati a spese, rispettivamente, del campione in carica e recordman di titoli - nove - sulla terra rossa parigina; e dell'unica superstite della pattuglia italiana di sei uomini e sei donne.

Rafa Nadal e Sara Errani poco hanno potuto di fronte alla superiorità del serbo e della statunitense, che li hanno liquidati nel minimo dei set. E se la sconfitta dell'azzurra era più preventivabile, quella dello spagnolo - in una replica con esito opposto della finale dell'anno scorso - deve avergli causato una delusione cocente, anche perché avvenuta nel giorno del suo 29/o compleanno. Nole gli ha guastato la festa, interrompendogli, nel torneo Slam parigino, la striscia positiva di 39 match e infliggendogli il secondo ko in 72 incontri (dopo quello ad opera dello svedese Soderling nel 2009); oltre che battendolo, sempre alla Porte d'Auteuil, per la prima volta in sette sfide, tra cui le finali del 2012 e 2014. Troppo forte, oggi, il 28enne serbo per un Nadal poco concentrato e non al meglio della condizione, dopo un 2014 travagliato da problemi fisici e un 2015 fin qui altalenante (30 vittorie in 40 match, unico titolo a Buenos Aires). A conferma degli attuali valori in campo, il punto che ha regalato al serbo il 27/o match vinto di fila è stato su doppio fallo di Rafa. Al quale resta la (magra)  soddisfazione di essere ancora in vantaggio, 23-21, nelle sfide  con Nole. Che in semifinale se la vedrà con il coetaneo scozzese Andy Murray, n. 3 del ranking, affermatosi per 7-6 (4) 6-2 5-7  6-1 sullo spagnolo David Ferrer, n. 8. L'altro finalista sarà lo svizzero Stanislas Wawrinka o il francese Jo-Wilfried Tsonga.

Troppo forte anche Serena per Sara, tanto da batterla per la nona volta in nove sfide. Altro che crisi, per la 33enne americana, che nei tre turni precedenti aveva sempre ceduto un set e nell'ultimo, contro la connazionale Sloane Stephens, aveva dovuto combattere anche contro il raffreddore. Oggi è bastata un'ora e 5' alla minore delle sorelle Williams, campionessa al Roland Garros nel 2002 e 2013, per aver ragione, per 6-1 6-3, della numero 17 del ranking. La 28enne romagnola ha avuto una reazione d'orgoglio nel secondo set prima di lasciare, dal 3-3, via libera all'avversaria. "Non trovavo il tempo giusto e c'era molto vento, anche se quello c'era pure per lei. Avrei dovuto allungare gli scambi, ma contro di lei è molto difficile. E anche le poche occasioni che mi ha concesso le ho sprecate", ha spiegato Sara, definendo Serena "la giocatrice più forte che ho mai affrontato". E concludendo con una nota di fiducia: "Essere ancora nei quarti (dopo la finale nel 2012, la semifinale nel 2013 e i quarti l'anno scorso, ndr) e aver difeso tanti punti è un'ottima cosa, mi spinge a crederci ancora di più".

Per la Williams, a questo punto, la strada verso la finale appare in discesa: sfiderà infatti la svizzera Timea Bacsinszky, n. 24, che ha superato per 6-4 7-5 la belga Alison Van Uytvanck. L'altra finalista uscirà dalla sfida tra la serba Ana Ivanovic e la ceca Lucie Safarova (arrivata in semifinale anche nel doppio, assieme alla statunitense Bethanie Mattek-Sands).

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