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I batteri diventano "fabbriche" di nuovi super antibiotici

MILANO. Colonie di batteri geneticamente modificati diventano 'fabbriche' per la produzione di antibiotici di nuova generazione, capaci di combattere anche le infezioni resistenti ai farmaci attualmente disponibili.

L'importante risultato viene annunciato sulla rivista Science Advances da un gruppo di bioingegneri dell'Università di Buffalo a New York.

Dentro alle loro minuscole bio-fabbriche di antibiotici lavorano 'operai' molto speciali, dei batteri Escherichia coli del tutto innocui per la salute umana. Ci sono voluti ben 11 anni di ricerche per riprogrammare il loro Dna e 'addestrarli' a lavorare come alla catena di montaggio per assemblare i pezzi dell'antibiotico eritromicina, impiegato per curare un ampio spettro di malattie che vanno dalla polmonite fino alle infezioni del tratto urinario.

Una volta compiuto questo primo passo, i ricercatori hanno ulteriormente 'ritoccato' il Dna dei batteri inducendoli a produrre dozzine di nuove varianti di eritromicina, che presentano piccole modificazioni nella loro struttura molecolare. Tre di queste varianti si sono dimostrate efficaci nel combattere i ceppi batterici di Bacillus subtilis resistenti all'eritromicina tradizionale.

«In questo modo non abbiamo creato solo degli analoghi dell'eritromicina - spiega il coordinatore dello studio, Blaine Pfeifer - ma abbiamo sviluppato una piattaforma nuova ed estremamente flessibile che ci permette di sfruttare E. coli per produrre il farmaco. Questo apre nuove prospettive: in futuro potremo usarla ancora per creare nuove varianti dell'antibiotico».

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