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L'Isis fa strage di donne e bambini: nuovo massacro a Palmira con almeno 400 civili uccisi

ROMA. Palmira, teatro di un nuovo massacro dell'Isis. Almeno 400 civili, la maggior parte donne e bambini, sono stati uccisi dai jihadisti dello Stato Islamico che hanno strappato nei giorni scorsi la città alle forze siriane. A dare notizia del massacro è stata la tv statale siriana - un'informazione che al momento non può essere confermata da fonti indipendenti - mentre l'agenzia di stampa locale Sana ha aggiunto che "i terroristi hanno mutilato i loro corpi, con il pretesto che collaborassero con il governo e non seguissero gli ordini". Finora le organizzazioni per i diritti umani avevano parlato di centinaia di cadaveri di soldati del regime per le strade della città. Le esecuzioni sommarie di civili sono state confermate anche dal governatore della provincia di Homs, Talal Barazi, che ha parlato di "eccidi di massa commessi a Palmira".

Barazi ha poi annunciato che Damasco è pronta a dispiegare proprie truppe nell'area per preparare un contrattacco. Ma non è chiaro quando. Intanto in un nuovo video shock - pubblicato dal gruppo di attivisti 'Syria Is Being Slaughtered Silently' e ripreso dai media internazionali che ne hanno censurato le immagini cruente - i tagliagole del Califfo hanno mostrato un prigioniero legato ad un palo ed ucciso con un lanciagranate. Il filmato mostra il prigioniero colpito dalla granata, poi i terroristi che 'celebrano' la sua morte urlando 'Allah è grande' e prendendo a calci il cadavere. Resta un giallo invece lo schianto dell'elicottero militare siriano avvenuto vicino una base aerea a nord di Kweiras. Fonti militari parlano di un incidente dovuto ad un problema tecnico in fase di decollo, mentre l'Osservatorio siriano per i Diritti

Umani pensa che sia stato abbattuto dall'Isis.  Dalla Siria all'Iraq. Secondo la Bbc online anche Baghdad starebbe pensando ad una controffensiva dopo la caduta di Ramadi, che dista solo 110 km dalla capitale irachena. Circa tremila miliziani filo-governativi si sono detti pronti a combattere i jihadisti dopo la caduta della città. Ma dai microfoni della Cnn il segretario americano alla Difesa, Ash Carter, ha sostenuto che la presa di Ramadi dimostra che nelle forze irachene "manca la volontà di combattere". Carter ha poi sottolineato che gli Usa possono "partecipare alla sconfitta dello Stato Islamico ma non possono fare dell'Iraq un posto decente in cui vivere... non possiamo sostenere la vittoria, soltanto gli iracheni possono farlo. E a margine delle celebrazioni della Grande Guerra la ministra della Difesa Roberta Pinotti ha affermato che "l'Italia non si è tirata indietro sin dall'inizio e, se ci sarà bisogno di dare ancora una mano, ancora più forte, siamo pronti a deciderlo assieme al Parlamento".  In campo anche l'Arabia saudita. Da Riad il re saudita Salman ha definito "un atroce atto terrorista" contro l'Islam ed i valori umani l'attacco kamikaze ad una moschea sciita - in suolo saudita - con una ventina di morti e ha promesso di punire i
responsabili della strage. Poche ore prima il ministrodell'Interno di Riad aveva confermato che l'attentato era stato operato dall'Isis, due giorni dopo la rivendicazione dello Stato islamico.

Ma oltre alle mire espansioniste del califfo ad allarmare le diplomazie occidentali anche il fenomeno dei foreign fighter. Secondo alcune fonti citate dal Guardian, sarebbero aumentati gli aspiranti jihadisti britannici che nella loro intenzione di dirigersi in Siria avrebbero scelto la rotta che passa per l'Italia. Secondo le stesse fonti tale scelta sarebbe motivata dal fatto che in questo modo si possono evadere più facilmente i controlli di sicurezza agli aeroporti britannici. Dopo avere attraversato il Canale della Manica con un battello, i futuri 'soldati' del Califfo approderebbero in Italia per poi attraversare il Mediterraneo e arrivare in nord Africa con destinazione finale il Medio oriente.

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