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Mattarella ai giovani: "Cosa nostra si può battere e la elimineremo". Tutte le foto e i video

La manifestazione all'albero Falcone - foto di Salvatore Militello

PALERMO. "Le immagini dell’attentato di Capaci resteranno impresse per sempre nei nostri occhi". Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto  a Palermo per il giorno della XXIII commemorazione della strage di Capaci .

"I nomi, i volti, gli esempi di Falcone e Borsellino sono legati ai valori e alla battaglia alla mafia che i due magistrati hanno combattuto, affidando a tutti noi il compito di proseguirla".
"Ricordo Francesca Morvillo, unita a Giovanni Falcone anche nella battaglia per affermare la giustizia". Il presidente Mattarella ha ricordato, uno per uno,  i nomi degli agenti della scorta morti negli attentati di Capaci e via D'Amelio: ”tutti restano nel cuore e nella coscienza d’Italia. Fare memoria è per noi una ribellione civile all’oppressione mafiosa".

"La battaglia - prosegue Mattarella - , ha avuto i suoi effetti, come le riforme adottate seguendo le proposte di Falcone e Borsellino, così pure la nascita di quell’impegno della società italiana a non vedere umiliata la propria coscienza".

"La mafia può essere sconfitta - dice, alzando la voce, Mattarella -. Siamo qui per proseguire quella promessa. La memoria di Falcone e Borsellino è un tutt’uno con l’impegno profuso per realizzare questa speranza".


"Falcone divenne bersaglio perchè capì che per combattere la mafia occorreva adottare nuovi metodi. Sapeva che l’azione penale era indispensabile. Tra Stato e anti-Stato sapeva che stato il primo a dover vincere. Grazie a lui e alle sue intuizioni, da abilissimo magistrato, sono nati nuovi metodi d’indagine, le direzioni distrettuali antimafia, la Procura nazionale antimafia. Ha dato prova che la mafia era un sistema unico, fonte di pericolo per la democrazia della Repubblica italiana.

«Non possiamo rinunciare - ha ribadito rivolgendosi ai giovani -, non potete rinunciare ad essere costruttori di una società migliore, la quale inevitabilmente passa per la partecipazione larga del nostro popolo, per la possibilità che le sue molteplici energie, solidali e democratiche, si possano esprimere con libertà effettiva. Dobbiamo unire sempre più, contro la mafia, tutte le energie positive. E trarre il meglio da noi stessi e da chi ci sta vicino».

Alla fine del suo discorso, carico di commozione, Mattarella ha ricordato la frase slogan della battaglia alla mafia, condotta dai due magistrati palermitani: "Gli uomini passano, ma le idee restano e camminano sulle nostre gambe".

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