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Il simbolo della Trinacria tra storia e mitologia: ecco le sue origini

PALERMO. Presente nella bandiera della Sicilia, e in quella dell'isola di Man, il simbolo della trinacria porta con sè una storia piuttosto articolata e per certi versi ancora avvolta nel mistero. La trinacria, simbolo della Sicilia, è composta dalla testa della Gorgone, i cui capelli sono serpenti intrecciati con spighe di grano, dalla quale partono tre gambe piegate all'altezza del ginocchio. La Gorgone è un personaggio mitologico, che secondo il poeta greco Esiodo era ognuna delle tre figlie di Forco e Ceto, due divinità del mare: Medusa (la gorgone per antonomasia), Steno ("la forte"), Euriale ("la spaziosa").

Figure dotate di zanne di cinghiale, mani di bronzo, ali d'oro, serpenti sulla testa e nella vita. Abitavano presso le Esperidi (figlie di Atlante, abitanti presso l'isola dei Beati, nella parte più occidentale del mondo), ed erano in grado, con uno sguardo, di pietrificare gli uomini.

Ogni loro caratteristica nasconde in sè un significato ben preciso. Le spighe di grano sono simbolo della fertilità del territorio. Le tre gambe rappresentano i tre promontori, punti estremi dell'isola - capo Peloro (o punta del Faro, Messina: Nord-Est), capo Passero (Siracusa: Sud), capo Lilibeo (o capo Boeo, Marsala: Ovest) - la cui disposizione, si ritrova nel termine greco triskeles, e si ricollega al significato geografico: treis (tre) e akra (promontori): da cui anche nel latino triquetra ("a tre vertici").

La disposizione delle tre gambe fa pensare alla simbologia religiosa orientale, in particolare quella del dio del Tempo Baal oppure a quella della luna, dove le tre gambe sono sostituite da falci.

Secondo alcunu riferimenti storici, il simbolo fu utilizzato anche a Creta, in Macedonia, e nella Spagna celtiberica (area centrosettentrionale). Anche Omero, nella Odissea, alludendo alla forma dell'isola, utilizza il termine Thrinakie, che deriva da thrinax ("dalle tre punte").

Le origini della trinacria sono da ricercare nella storia della Grecia antica. I combattenti spartani incidevano nei loro scudi una gamba bianca piegata all'altezza del ginocchio: simbolo di forza.

Arrivati in Sicilia nel 1072, i Normanni "esportarono" la trinacria nell'isola di Man, che la scelse come simbolo in sostituzione di quello precedente - un vascello - di origine scandinava.

Spingendosi geograficamente oltre, la trinacria è presente anche negli stemmi di varie dinastie nobili quali gli Stuart d'Albany d'Inghilterra, i Rabensteiner di Francia, gli Schanke di Danimarca, i Drocomir di Polonia, e in quello di Gioacchino Murat, re delle Due Sicilie all'inizio del 1800.

La trinacria è anche al centro della bandiera della Sicilia, di colore rosso e giallo in senso diagonale.

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