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Frutta e verdura stampate sugli abiti, quando la moda è da... mangiare

ROMA. I vestiti maschili stampati con frutta e verdure della nuova collezione di Kean Etro; l'abito ispirato al bambù di Armani Privè; le borse Baguette di Fendi; l'abito 'Fettuccine' di Maurizio Galante. In omaggio a Expo cibo e natura sono il fil-rouge della mostra, presentata a Roma nel Museo dei Mercati di Traiano, che vede protagonista la moda delle grandi griffe di ieri, oggi e domani.

Sono 160, di cui 76 abiti e 84 accessori, le creazioni selezionate in un periodo che va dal 1950 ad oggi, a costruire un percorso creativo dove il Made in Italy e l'alto artigianato s'integrano tra reperti e mura della romanità classica, con interventi moderni d'immagini fotografiche (8 quelle dell'artista coreana Yeonju Sung) e video.

"L'eleganza del cibo. Tales about food and fashion" (fino all'1 novembre) celebra il connubio tra nutrizione e made in Italy, in occasione dell'Esposizione Universale 2015. La mostra, a cura di Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni e di Bonizza Giordano Aragno, è promossa dall'Assessorato alla Cultura e Turismo Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Unindustria, Regione Lazio, con il contributo di Camera di Commercio Roma, e il patrocinio di Mibact ed Expo.

Alla presentazione della rassegna, inserita nell'ambito degli eventi in programma a Roma e Milano in occasione dell'Expo, da maggio a ottobre, erano presenti Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, Giovanna Marinelli, assessore alla Cultura e al Turismo, Claudio Parisi Presicce, sovrintendente capitolino ai Beni Culturali, Maurizio Stirpe, presidente di Unindustria e del Club calcio Frosinone, i curatori Stefano Dominella e Bonizza Giordani Aragno.

Acqua, Aria, Terra, Fuoco, i quattro elementi della Natura fanno da filo conduttore alla rassegna, dove ricami, stampe di tessuti, forme e materiali sono ispirati a cibo e natura. Tra le 160 creazioni in mostra, i capi di Agatha Ruiz de la Prada; il 'bread dress' di Gattinoni, tratto dall'ultima collezione dedicata al cibo della maison romana, con bustier scolpito con vere spighe di grano e pantaloni in juta ricamati con biscotti e salatini glassati e cristallizzati. E ancora lo straordinario abito-scultura del giovane designer Tiziano Guardini fatto di vere radici di liquirizia. Le calzature dell'archivio di Salvatore Ferragamo, pioniere nell'utilizzo di materiali poveri come sughero, rafia e canapa. I capi che richiamano la natura della Sardegna, firmati da Antonio Marras. Le creazioni di Moschino che da sempre ha trattato il cibo con ironia e strumento di denuncia sociale. I capi di Ken Scott, il giardiniere della moda, tra i primi a scegliere il food per i suoi stampati: asparagi, piselli, carciofi, mele, un vero orto da indossare. Il tailleur pantaloni »florilegio« di Laura Biagiotti.

Il vestito stampato con gusci di noce di Valentino. I cappelli di sardine di paglia di Patrizia Fabri. La pochette-vassoio di pasticcini di Benedetta Bruzziches. Gli abiti-tovaglia con ricette stampate dello stilista koreano Kuxso Koo.

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