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L'hip-hop (e non il rock) è stata la vera rivoluzione della musica

ROMA. È stato l'hip-hop negli anni '90 la vera rivoluzione della musica, non il rock and roll negli anni '60: è quanto mostra la prima analisi dei Big Data della musica che ha passato in rassegna gli spartiti prodotti negli ultimi 50 anni.

Pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, lo studio è stato messo a punto dai ricercatori della università britannica Queen Mary e dell'Imperial College di Londra.  Analizzando gli spartiti prodotti dagli anni '60 a oggi, i ricercatori hanno scoperto che, contrariamente a quanto pensato finora, i Beatles e i Rolling Stones non hanno dato inizio ad  una rivoluzione musicale ma si sono limitati a sviluppare tendenze già esistenti.

A rompere davvero gli schemi, proponendo qualcosa di radicalmente nuovo, è stata invece la musica hip-hop degli anni '90. L'anno che ha segnato la 'rottura' è stato il 1986, che corrisponde all'improvvisa diffusione di strumenti musicali elettronici come campionatori e drum-machine, che imitano il suono di tamburi e strumenti a percussione.  Grazie ai dati forniti dal sito musicale Last.fm, i ricercatori hanno analizzato testi e spartiti di migliaia di canzoni. Un software ha raggruppato automaticamente le canzoni individuando i cambiamenti negli accordi e nel tono: che sono le caratteristiche che permettono di identificare gli elementi di novità.

«Per la prima volta ? sottolinea il coordinatore dello studio,  Matthias Mauch della università Queen Mary - siamo in grado di misurare le proprietà musicali delle canzoni su larga scala. Possiamo cercare direttamente nelle canzoni, analizzando la loro composizione per capire come sono cambiate».

Secondo l'autore «non c'è dubbio che alcuni non saranno d'accordo con questo approccio scientifico, che penso sia troppo limitato per un tema così emotivo, ma credo che la nostra tecnica di analisi ci aiuti a comprendere meglio la musica». Mauch sottolinea che con il suo gruppo intende analizzare anche altri periodi musicali, per costruire un quadro completo di come si evolve la musica. Per Armand Leroi dell'Imperial College, è straordinario poter essere in grado di studiare l'evoluzione della musica in modo scientifico e ora, sottolinea, «vogliamo andare oltre, e scoprire non solo come la musica è cambiata, ma anche il perchè».

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