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Caruso: “Volevo ridurre i Pip, ma i deputati mi irridevano”

«Ho provato a mettere ordine nel settore, ma i precari sono dei privilegiati. Il collega dell’Economia non mi ha difeso». Baccei: «Non avevo competenza»

PALERMO. Da un lato l’amarezza di Bruno Caruso, assessore al Lavoro, che si sente tradito dalla giunta e irriso dai deputati che hanno preferito i Pip a lui. Dall’altro Ettore Leotta, assessore alla Funzione pubblica, di cui la Cisl chiede le dimissioni. Sono le scorie della Finanziaria.
Caruso, assessore al Lavoro, mostra tutta la sua amarezza: «Ci ho provato, ci ho davvero provato a mettere ordine nel settore dei Pip. Ma non ci sono riuscito. Sono anche loro dei privilegiati, una lobby del bilancio. E la cosa che mi ha dato più fastidio è che mentre difendevo la norma, tutti i deputati palermitani mi irridevano. Anche Baccei su questo articolo non ha fatto gioco di squadra, diciamo che si è distratto».
I 3.200 precari di Palermo, sempre finanziati dalle maggioranze di ogni colore, continueranno a costare 27 milioni all’anno. E non sarà possibile neanche diminuirne il numero. Per Caruso «anche i Pip a loro modo sono dei privilegiati. Non è stato possibile introdurre norme di rigore come per altre categorie». L’assessore si dice anche beffato: «L’Ars ha cassato le norme che avrebbero reso obbligatoria la fuoriuscita dal bacino pubblico al termine del triennio. E ha anche cancellato la norma che avrebbe obbligato i Pip ad accettare altre opportunità di lavoro. È assurdo però che non sia stata cancellata la norma che obbligava a versare 10 mila euro alle agenzie private che troveranno nuovi impieghi per i Pip. In questo modo potremmo dover pagare le agenzie e tenerci ugualmente i Pip. E mentre dicevo tutte queste cose, i deputati ridevano davanti a me».
L’assessore al Lavoro ammette di non aver gradito neppure il comportamento dell’assessore all’Economia: «Baccei su questa norma non ha fatto gioco di squadra. Non ha difeso la mia posizione. E non ha difeso neppure altre norme che avrebbero permesso di investire nel settore dei servizi sociali 102 milioni di fondi Pac che ora rischiamo di perdere. La cosa assurda delle votazioni sulla Finanziaria è che tutte le lobby sono state soddisfatte mentre io a stento ho portato a casa i fondi per ricollocare i disoccupati».
Ma Alessandro Baccei non ci sta: «Ogni assessore deve difendere le sue norme perchè ha la competenza per farlo, soprattutto se non hanno impatto diretto sulla spesa in senso di contenimento. È la stessa regola che vale per tutti».
Leotta, assessore dell’Udc, è invece finito sotto il fuoco (un tempo amico) della Cisl. Dopo essere stata fra le sigle disposte a trattare sui tagli, la Cisl Fpl ha scelto la via dello scontro di fronte a norme passate senza neanche un emendamento a favore dei regionali: dai tagli a premi e straordinari alla riforma delle pensioni, tutto è stato approvato. E adesso per Gigi Caracausi (Cisl) «è il caso che Leotta si dimetta perchè ha dimostrato di non essere idoneo a questo incarico, più che ben retribuito. Non è stato in grado di portare avanti una vera concertazione con i sindacati, è stato assente nei momenti cruciali ed ha partorito, insieme al resto del governo, un aborto di riforma».
Leotta è stato difeso da Mimmo Turano, capogruppo Udc all’Ars: «Attacco ingeneroso e generico, l’assessore Leotta ha sempre dimostrato ampia disponibilità al dialogo e al confronto. Quello di Caracausi – continua Turano – mi sembra un inutile esercizio di estremismo che ha come obiettivo immediato la rissa e a lungo temine quello di bloccare i necessari processi di riforma».

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