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Continuano le proteste a Baltimora, l'America scende in strada

Intanto altre manifestazioni negli Usa in solidarietà con i manifestanti di Baltimora si registrano a Indianapolis e nel centro di Denver

NEW YORK. L'America scende in strada, in un fiume di proteste che attraversa il Paese al grido di «giustizia per Freddie Gray». Ancora a Baltimora, dove a migliaia hanno marciato fino a sera in una dimostrazione pacifica conclusa davanti alla sede del Municipio prima che scattasse il coprifuoco per la seconda notte consecutiva. Ma anche New York, Boston, Houston, Indianapolis, Atlanta, Denver.

E a Washington, con centinaia di persone - giovani soprattutto - che hanno attraversato la capitale degli Stati Uniti per portare la loro protesta fin davanti alla Casa Bianca. È però a New York che sale la tensione: una grande folla ha cominciato nel tardo pomeriggio a sfilare da Union Square, nel cuore di Manhattan, contro la violenza della polizia.

Poi la protesta si è estesa: un corteo si è sviluppato anche lungo la Fifth Avenue, per poi 'invaderè quasi interamente Times Square. «Vogliono andare avanti tutta la notte», riferiscono alcuni media. La polizia nella Grande Mela è entrata però in azione fin da subito. In serata ha bloccato l'Holland tunnel che
collega Manhattan al New Jersey, mentre gli arresti sono stati numerosi. A fine serata se ne contano almeno 60. A Baltimora intanto è scattato nuovamente il coprifuoco, alle 22 in punto (ora locale) e fino alle cinque del mattino. Ma già pochi minuti dopo l'entrata in vigore del divieto la situazione appariva sotto controllo. Anche all'intersezione simbolo dei disordini che lunedì hanno incendiato la città, tra Pennsylvania Avenue e West North Avenue.

Lo aveva previsto, con ottimismo, il commissario della Polizia di Baltimora,
Anthony Batts, che in una conferenza stampa in serata si era detto soddisfatto del lavoro svolto e fiducioso che la massiccia dimostrazione che dal pomeriggio attraversava la città, guidata dagli studenti, sarebbe rimasta «estremamente pacifica». Ci sono stati comunque alcuni arresti: 18 in tutto, due sono minori, non si conoscono però le motivazioni dei fermi. È stato intanto comunicato che sono stati rilasciate 100 delle oltre 200 persone arrestate in seguito ai disordini di lunedì. La città procede così verso il ritorno alla calma e alla normalità, ma resta una tensione sottopelle: da più parti si
ricorda che non si potrà davvero voltare pagina se non si fa chiarezza su quanto è accaduto a Freddie Gray. Si attende il rapporto, 'preliminarè precisano le autorità, che la polizia si è impegnata a completare entro venerdì.
Intanto emerge la prima testimonianza che potrebbe cominciare a gettare luce su quanto avvenne il 12 aprile scorso nel mezzo della polizia su cui il 25enne fermato era stato trasportato alla stazione di polizia, prima di essere trasportato in ospedale, dove è morto una settimana dopo soffrendo gravi
lesioni alla colonna vertebrale. Secondo quanto riferisce il Washington Post, una persona arrestata lo stesso giorno di Freddie Grey e trasportata nello stesso furgone della polizia con lui ha detto agli investigatori di aver sentito Grey che «sbatteva contro le pareti» del mezzo, come se stesse «cercando di ferirsi da solo». Il giornale cita documenti legali che ha potuto visionare a patto di non rivelare il nome del testimone, che teme per la sua incolumità. Il testimone, che ora è in prigione, si trovava in un'altra sezione del furgone, separato da Grey.

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