Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Cimino: «Giusti i tagli su pensioni e precari, Roma non pretenda macelleria sociale»

Il segretario regionale del Pdr: se la Sicilia vuole vincere le nuove sfide deve avere dipendenti capaci di parlare le lingue straniere, l'arabo, il cinese

Il segretario regionale del Pdr, Michele Cimino

PALERMO. Su personale, pensioni e precari i tagli vanno fatti con cautela. Da Roma non «possono pretendere macelleria sociale e i soldi che ci devono ci spettano, non sono un regalo». Lo afferma Michele Cimino, segretario regionale del Pdr, il Patto dei democratici per le riforme che conta sei deputati nella maggioranza.

Doveva essere una Finanziaria di tagli e invece in commissione la spesa è aumentata. Cosa è successo?
«Non è solo una questione di spesa. Quando si tratta di personale ci sono delle scelte da prendere. Abbiamo sempre detto di essere contrari alla macelleria sociale. Devo dare merito al governo e alla commissione Bilancio di avere portato avanti il testo in una situazione difficile per le finanze del Paese e della Regione. Adesso bisogna creare le condizioni per migliorare quanto prodotto fino ad ora. Non per forza si dovrà lavorare di notte ma mi auguro si possa creare un maggiore confronto con le associazioni di categoria e i sindacati».

Tra le norme stravolte c' è quella che riguarda gli ex Pip: anche chi ha commesso reati adesso potrà rientrare nel bacino?
«Qui c'era un problema di interpretazione della norma. La legge va chiarita perché bisogna vedere quando il reato è stato commesso. Un conto è se ad esempio avevano commesso un reato, poi hanno preso parte a un processo di rieducazione e infine ne hanno commesso un altro. Se invece, come è stato spiegato in commissione, si tratta di reati commessi prima e c' è stato un errore nell'interpretazione, allora le cose stanno diversamente».

I concorsi per entrare alla Regione sono stati invece bocciati. Qual è la vostra posizione?
«Questo è un argomento che va affrontato in maniera approfondita. Ritengo che bisogna valutare con attenzione se l' amministrazione ha la necessità di avere figure specializzate in alcuni settori. Penso che oggi se la Sicilia vuole davvero vincere le sfide dei nuovi mercati, se vuole svolgere con successo il ruolo di porta del Mediterraneo, debba avere dipendenti capaci di parlare le lingue straniere, l'arabo, il cinese. Non è possibile pensare a una Regione che operi soltanto dei tagli. La Sicilia hala necessità di ammodernarsi, di diventare più efficiente. Probabilmente l' amministrazione non ha bisogno di ingegneri o architetti ma di sicuro ha bisogno di nuovi strumenti e personale specializzato per aprirsi all' Europa».

Ma tutto ciò ha sicuramente dei costi. Dove trovare le risorse, dove tagliare?
«Già nell' ambito della finanziaria approvata in commissione vi sono dei punti che prevedono la riorganizzazione delle partecipate, di Sviluppo Italia Sicilia per operare per l' assistenza tecnica per la spesa dei fondi comunitari, oppure importanti interventi in tema di territorio e ambiente. Si tratta di norme proposte dagli assessori Ca leca e Croce che consentiranno di attrarre investimenti e rendere la vita più facile agli imprenditori perché accelerano e semplificano le procedure in tema di Arpa, autorizzazioni Via -Vas, forestale e settore agricolo».

Dove a vostro avviso è necessario invece apportare modifiche nella manovra? Quale sarà ilvostro atteggiamento in Aula?
«Noi in Aula faremo in modo di dare particolare attenzione alle norme che riguardano lo sviluppo e quindi tutto sosterremo tutto ciò che potrà favorire l' accelerazione della spesa dei fondi comunitari. Ci sono però molti aspetti diquesta manovra che meritano maggiori approfondimenti. Penso alla norma sul sistema pensionistico dei regionali, sulla quale serve un maggiore confronto coni sindacati, o a quella sulla riforma degli uffici Urega».

Non c' è il rischio che Roma neghi gli aiuti alla Sicilia se nella Finanziaria non ci saranno i tagli richiesti?
«Quei soldi non sono un regalo ma ciò che la Sicilia deve pretendere. Sono risorse che la Sicilia deve chiedere e ot tenere perché ha competenze che altre regioni non hanno. Ad ogni modo sono certo che si sta facendo un buon lavoro e in Aula il testo si potrà migliorare. Questa manovra sicuramente trova il conforto degli uffici dell' Ars e della Regione e deve dare coperture non certo a feste e manifestazioni ma a tutta una serie di lavoratori che sono importanti per l' amministrazione regionale. Non si può criticare la spesa quando si tende a stabilizzare e dare garanzie a personale che ormai è di vitale importanza per la Regione. Sul personale, sugli ex Pip, è chiaro che non si può più tagliare. Per questo sono certo che gli aiuti da Roma non verranno meno».

Quindi non temete il rischio del commissaria mento?
«Giuridicamente il commissariamento non è possibile, sono fandonie. C' è un governo regionale e un' Assemblea che rispetto a tante altre Regioni stanno facendo molti sacrifici. E questi sacrifici stanno pesando sulle spalle dei siciliani. Per cui è inutile che si continui a parlare male della Sicilia perché rispetto a tante altre Regioni sta mostrando grande maturità e senso di responsabilità».

Il voto sulle Province ha svelato alcuni punti deboli della maggioranza. Come si presenta la coalizione in Aula?
«Siamo molto sereni, la maggioranza e tutta l'Ars tutta hanno la maturità di capire che in questo momento bisogna lavorare per il bene della Sicilia. Sulle Province eravamo a favore della riforma ma era chiaro che serviva un approfondimento per ampliare ad esempio le competenze dei Comuni. Adesso la maggioranza si è ricompattata e sicuramente avrà modo in questi giorni di riunirsi e condividere le iniziative da proporre».

Quali sono gli scenari dopo il voto della manovra? C' è già chi parla della necessità di tornare al voto.
«Penso che in questo momento sia il voto sia un eventuale nuovo rimpasto siano assolutamente negativi. Questo è un buon governo, dove realmente gli assessori hanno dimostrato di avere una buona competenza sulle materie che stanno trattando. Parlare di ritorno alle urne crea solo grande incertezza a livello nazionale e nel dialogo con l' Europa. In questo momento dobbiamo creare le condizioni per spendere meglio le risorse e attivare un percorso di sviluppo serio».

Però nella maggioranza ci sono i primi malumori, l' Udc ad esempio ha detto che senza riforme non si va da nessuna parte.
«Sono sempre contrario a ogni ipotesi di ricatto, se qualcuno ha intenzione di fare qualcosa lo faccia. Noi andiamo avanti, c'è bisogno di lavorare senza il continuo scontro per una poltrona in più».

Caricamento commenti

Commenta la notizia