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L'Italicum arriva in Aula alla Camera: è scontro sulla fiducia

L'esponente della minoranza dem, Rosy Bindi, ha criticato il testo: "Avremo un grande gigante, il partito di governo, circondato da tante opposizioni piccole e piccolissime e nessuna competitiva"

ROMA. E' iniziata nell'Aula della Camera la discussione generale sulla legge elettorale. Prima di dare la parola al relatore Francesco Paolo Sisto, la presidente Laura Boldrini ha annunciato che sono state presentate dall'opposizione pregiudiziali di costituzionalità e di merito. I documenti verranno posti in votazione domani.

Gli iscritti a parlare in discussione generale sono 20: i loro interventi si aggiungeranno a quelli dei due relatori di maggioranza e dei quattro designati dall'opposizione. Una nota di colore: il relatore di maggioranza e presidente della Prima commissione di Montecitorio, Francesco Paolo Sisto, ha informato l'assemblea che oggi, nel giorno in cui l'Italicum inizia il proprio percorso parlamentare a Montecitorio, egli compie gli anni.

La battuta ha destato l'applauso dei presenti, in verità non tantissimi, nell'emiciclo e gli auguri della presidente Laura Boldrini.

E si accende subito lo scontro: «Sento parlare di fiducia sulla legge elettorale, come avvenne per la legge Acerbo e la legge truffa. È un vulnus terribile per il Parlamento e il suo rapporto con il Governo. Siccome in Parlamento le prassi diventano norme, rinovellare questa prassi può essere davvero pericoloso per la qualità della democrazia ed il futuro di questo Paese». Lo dice nell'Aula della Camera Rosy Bindi di Fi durante la discussione generale sull'Italicum. L'esponente della minoranza dem ha duramente criticato la legge elettorale. «Avremo un grande gigante, il partito di governo, circondato da tante opposizioni piccole e piccolissime e nessuna competitiva. Si finisce con il ricreare una forma di consociativismo all'interno del partito pigliatutto e con il liquidare la democrazia competitiva», conclude.

I quattro relatori di minoranza alla legge elettorale alla Camera hanno rinunciato a tenere alla Camera la loro relazione sul testo. «Come si fa a fare una relazione di minoranza su un testo così articolato in cinque minuti? In cinque minuti non faccio neanche in tempo a cominciare a insultarli...», dice il leghista Cristian Invernizzi.

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