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La cucina del futuro: arriva il ricettario di chef Watson

ROMA. Chi è convinto che lo chef-robot svelato nei giorni scorsi sia l'ultima frontiera della cucina, forse dovrà ricredersi. Dal ricettario inventato da un algoritmo ad una periferica «universale» ad hoc per le stampanti 3D di cibo, potrebbe esserci ancora qualche sorpresa per i fornelli del futuro. E nell'attesa che le ipotesi più ambiziose diventino realtà, sono tante le soluzioni «smart» a portata di mano.

È disponibile da pochi giorni - e a quanto pare già sold out su Amazon Usa - il primo ricettario frutto di un algoritmo: lo ha scritto Watson (il super computer di Ibm diventato famoso per aver battuto l'uomo in un quiz televisivo) nell'ambito di un progetto dell'Institute of Culinary Education. Decine di ricette proposte sono state co-inventate dall'algoritmo del super-computer che ha suggerito combinazioni di ingredienti inconsuete.

Un volume - e presto anche un'app per smartphone - da tenere in cucina, magari su un piano di lavoro «intelligente» come quello svelato da Ikea nei giorni scorsi al Salone del Mobile di Milano, che suggerirà le ricette «mentre» si sta cucinando. La superficie per far questo sfrutta non solo la
connessione a internet ma un sistema di fotocamere e proiettori in grado di «vedere» ciò che c'è sul tavolo e interagire in tempo reale.

Un altro fronte che può riservare sorprese è quello delle stampanti 3D. Fin dall'esordio questi dispositivi hanno fatto tentativi con materiale commestibile - questa tecnologia per altro è la speranza per l'alimentazione delle missioni future nello spazio - ma non c'è una in grado di 'stampare' più alimenti. Non ancora almeno. Cerca di superare questo limite un progetto di una start up tedesca che si chiama Print2Taste: ha ideato una serie di kit 'open sourcè per stampanti 3D. In pratica l'idea è quella di avere delle mini-periferiche da collegare alla propria stampante - con tanto di cartucce differenziate - per essere in grado di ottenere cibi diversi. Il progetto si chiama Bocusini e sarà lanciato a maggio su Kickstarter per raccogliere fondi online.

Il robot-chef di Moley Robotics svelato pochi giorni fa al Cebit di Hannover è invece in grado di riprodurre esattamente i movimenti di due braccia umane riuscendo a eseguire alla perfezione oltre duemila ricette. Quindi versa, mescola, taglia, spadella e impiatta con la fluidità di un cuoco pluristellato. Le soluzioni tecnologiche in cucina parlano anche italiano. L'incubatore di start up I3P del Politecnico di Torino ha in serbo innovazioni che spaziano dal 'social eating' - con Gnammo la community che ha una vera e propria rete di 'home restaurant' ed è in sinergia con Argotec, l'azienda che ha sviluppato il menù per gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale - allo 'chef' a domicilio con Fanceat, una piattaforma che offre dei box da recapitare a casa comprensivi di prodotti e indicazioni per preparare piatti. Infine l'informatica arriva anche in supporto ai corsi di cucina. La start up Palato Italiano, ad esempio, ha adottato un sistema Cisco TelePresence, in collaborazione con Ibm, per la formazione a distanza. Certo manca l'assaggio finale, ma le distanze vengono abbattute.

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