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Libia, Ban Ki-moon: "Non esiste soluzione militare per i migranti"

Parla il segretario generale dell'Onu

NEW YORK. «Non esiste una soluzione militare  alla tragedia umana che sta avvenendo nel Mediterraneo». Lo dice  il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, in un'intervista in  prima pagina sulla Stampa e sul Secolo XIX, intervenendo nel  dibattito in corso sull' ipotesi di bombardare i barconi in  Libia prima che partano.     Il numero uno delle Nazioni Unite sottolinea piuttosto che è  necessario «un approccio complessivo che guardi alla radice  delle cause, alla sicurezza e ai diritti umani dei migranti e  dei rifugiati, così come avere canali legali e regolari di  immigrazione».

«È cruciale - sottolinea - che la concentrazione  di tutti sia su salvare le vite, inclusa l'area libica delle  operazioni di ricerca e soccorso», ma «la sfida» è «anche  assicurare il diritto all'asilo del crescente numero di persone  che in tutto il mondo scappano dalla guerra e cercano rifugio».  Afferma quindi che «le Nazioni Unite sono pronte a collaborare  con i nostri partner europei a questo fine» e che «l'intero  sistema dell'Onu è pronto a fornire assistenza».     Ban definisce le misure annunciate dall'Ue «un importante  primo passo verso un'azione collettiva europea. Questo è l'unico  approccio che può funzionare». Si dice «molto preoccupato per  l'instabilità in Libia» ma ritiene che «non ci siano alternative  al dialogo. Il mio Rappresentante speciale, Bernardino Leon, e  la sua squadra continuano a lavorare in maniera instancabile con  le parti libiche coinvolte, per aiutarle ad arrivare insieme ad  uno spirito di compromesso. Gli atti di terrorismo e di  estremismo sono un duro richiamo al fatto che una soluzione  politica all'attuale crisi va trovata rapidamente, per  ripristinare pace e stabilità».

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