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Inzaghi: nessuno vede Milan senza Berlusconi

CARNAGO. Il Milan è a Udine in cerca di un successo che difficilmente cambierebbe il senso di una stagione ormai compromessa. Più dei risultati in campo ora contano le trattative che potrebbero rivoluzionare l'assetto societario, ed è probabile che la prossima puntata vada in scena
ad Arcore in questo fine settimana o all'inizio della prossima.

E anche se Filippo Inzaghi fatica a immaginare «un Milan senza Berlusconi», il presidente rossonero aspetta di verificare le offerte delle due cordate orientali che nell'ultimo mese hanno esaminato i conti del club. Il broker thailandese Bee Taechaubol è convinto di essere in vantaggio netto sulla concorrenza, rappresentata dalla cordata cinese guidata dal businessman di Hong Kong Richard Lee. Ci sono capitali
provenienti da Pechino anche dietro Taechaubol, in particolare quelli di «due gruppi economici di proprietà statale», come sostiene Alberto Forchielli, un pioniere degli investimenti occidentali in Cina e fondatore di Mandarin Capital Management, sottolineando che «storicamente la famiglia del thailandese ha sempre avuto forti collegamento con i vertici cinesi».  'Mr.Beè, che dovrebbe investire in prima persona una
percentuale minima dei capitali utili ad acquistare la maggioranza del Milan, ha coinvolto anche Nelio Lucas, proprietario del fondo di investimenti Doyen Sport che detiene i cartellini di calciatori come Falcao, e assieme a lui potrebbe presentarsi ad Arcore fra domani e domenica.
È una «fase delicata», per usare le parole di Marina Berlusconi, presidente di Fininvest, la holding proprietaria del Milan, e potrebbe essere dietro l'angolo la fine di un'era. «Nessuno vede un Milan senza Silvio Berlusconi, ha fatto grande questa squadra e l'ha resa la più vincente al mondo. È quello che rimane negli occhi di tutti noi, ma nessuno può sapere cosa succederà», è il commento di Inzaghi, che a sua volta rischia di
chiudere anzitempo la propria esperienza sulla panchina rossonera a giugno ma prova a ostentare serenità.  «La squadra non mi sembra per nulla turbata dalle voci e sento la presenza della società. Non abbiamo alibi», ha spiegato l'allenatore, deciso ad archiviare definitivamente il ricordo di un derby incolore, che non ha ancora commentato con Berlusconi, almeno fino alla partenza per Udine. «Non l'ho ancora sentito, credo sia stato molto impegnato in settimana, lo sentirò oggi o domani mattina», ha detto l'ex attaccante, definendo «unapartita chiave» la sfida contro l'amico Andrea Stramaccioni: «Cercheremo in tutti modi di ottenere tre punti». Ma servirebbe un mezzo miracolo per conquistare un posto in Europa League. Nel frattempo Inzaghi può limitarsi a fare i complimenti alle tre italiane arrivate nelle semifinali delle coppe europee: «Sono contento , il nostro calcio ne esce rivalutato».

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