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Naufragio, il governo non esclude il blocco navale in Libia

ROMA. Il governo italiano non esclude la possibilità di arrivare a un blocco navale in Libia. L'approvazione del dispositivo della risoluzione di FI dà infatti al Consiglio di sicurezza dell'Onu il compito di valutare. E la parte della risoluzione di maggioranza in cui lo si vietava esplicitamente è stata cancellata.

Nel dispositivo della risoluzione di Forza Italia si impegna il governo, tra l'altro, a sollecitare il Consiglio di sicurezza delle nazioni Unite a "valutare l'opportunità di emanare risoluzioni che permettano alla Comunità internazionale l'applicazione di misure in accordo con quanto stabilito dagli articoli 41 e 42 della Carta della nazioni unite".  E in questi due articoli, il 41 e il 42, si parla esplicitamente di blocco economico e di blocco navale.  La prima norma dispone che il Consiglio di sicurezza dell'Onu possa "decidere quali misure, non implicanti l'impiego della forza armata, debbano essere adottate per dare effetto alle sue decisioni" e possa "invitare i membri delle Nazioni Unite ad applicare tali misure". Queste, si legge nel documento di FI che le riproduce, "possono comprendere un'interruzione totale o parziale delle relazioni economiche e delle comunicazioni ferroviarie, marittime, aeree, postali, telegrafiche, radio e altre e la rottura delle relazioni diplomatiche".

In più, se il Consiglio di sicurezza "ritiene che le misure previste nell'articolo 41 siano inadeguate o si siano dimostrate inadeguate, esso può intraprendere, con forze aeree, navali o terrestri , ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale". Tale azione, dice ancora la norma, "può comprendere dimostrazioni, blocchi ed altre operazioni mediante forze aeree, navali o terrestri nell'ambito delle Nazioni Unite".

 Oltre ad aver approvato tutto questo, la maggioranza, nella sua risoluzione firmata da Zanda, Schifani e Zeller ha cancellato il passaggio in cui si vietava esplicitamente ogni ipotesi di blocco navale. "E la decisione di cancellare queste frasi dal testo", come si può vedere anche nella dalla versione originaria del provvedimento, "è stata presa in Aula - racconta Maurizio Gasparri (FI) - grazie anche all'intervento di Pier Ferdinando Casini".

«Dobbiamo avere la consapevolezza che stiamo combattendo una guerra contro i trafficanti di uomini. Non c'è nella storia un'altra esperienza analoga di compravendita di carne umana se non lo schiavismo». Lo ha detto il premier Matteo Renzi, in aula al Senato.

 

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