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Bari, blitz dei carabinieri: decine di arresti, tra cui un imprenditore edile

Tra gli arrestati un imprenditore edile a cui viene sequestrata l'azienda. L'operazione è definita dai militari un «colpo mortale» al clan ai cui beni vengono apposti i sigilli

BARI.  Decine di arresti vengono eseguiti dai Carabinieri a carico di presunti componenti il clan mafioso barese 'Di Cosolà. Tra gli arrestati un imprenditore edile a cui viene sequestrata l'azienda. L'operazione è definita dai militari un «colpo mortale» al clan ai cui beni vengono apposti i sigilli.

L'indagine avrebbe ricostruito anni di egemonia in settori vitali dell'economia, primo fra tutti quello dell'edilizia dove viene registrata l'imposizione tipicamente mafiosa dell'acquisto del cemento di bassa qualità. La ditta sequestrata è alle porte di Bari e il titolare risulta tra gli arrestati per associazione mafiosa. Il provvedimento cautelare è a firma del gip del
Tribunale di Bari, che ha accolto le richieste della Dda. Sotto il controllo del clan era finito - secondo l'accusa - anche il redditizio mercato delle slot machine e dei videopoker: 100 euro mensili imposti su ogni macchinetta che, moltiplicati per i numerosi locali taglieggiati, facevano migliaia di euro al
mese per ogni comune della provincia barese nel quale il clan imperava. Nell'ambito dell'operazione sono state arrestate anche alcune delle donne del clan che si occupavano della contabilità. Colpito anche il tesoro della holding mafiosa con il sequestro di beni per milioni di euro, tra cui 23 immobili, 19
terreni, 80 conti correnti, due cassette di sicurezza, 15 autoveicoli e quattro società. Sullo sfondo anche il consolidato controllo del mercato della droga da parte della parallela associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti: 250 gli episodi di spaccio documentati nel corso dell'indagine.
Dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà al Comando provinciale di Bari, alle 10.30, alla presenza del comandante provinciale, colonnello Rosario Castello, e del coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, Pasquale Drago.

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