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Instagram, nuove regole: no alle foto di nudo

Miranda Kerr

ROMA. Potrà anche essere artistico, creativo o mosso dalle finalità più nobili ma il nudo, in ogni sua forma, su Instagram non può albergare. Lo ha messo nero su bianco la piattaforma per condividere foto, di proprietà di Facebook, pubblicando un nuovo e più stringente regolamento contro la pornografia che non sembra destinato a trovare molto consenso, soprattutto tra le vip abituate a pubblicare scatti osè.

«Non è consentita la pubblicazione di contenuti di nudo», si legge nelle linee guida, che entrano nello specifico: «Sono inclusi le foto, i video e altri contenuti creati con strumenti digitali che mostrano rapporti sessuali, genitali e primi piani di fondoschiena completamente in vista. Sono incluse anche le foto di capezzoli femminili, mentre sono accettate le foto di cicatrici causate da una mastectomia e donne che allattano al seno», insieme a dipinti e sculture. Sì al David di Michelangelo e alla Venere del Botticelli, insomma, ma no ai novelli Helmut Newton.

Il divieto si estende, comprensibilmente, a foto e video di «bambini parzialmente o completamente nudi». Questo perchè «anche quando questi contenuti vengono condivisi con buone intenzioni, altre persone potrebbero usarli in modi imprevisti». Le nuove regole puntano a fare chiarezza sui motivi per cui Instagram, che conta 300 milioni di utenti mensili, rimuove i
contenuti. La censura del nudo, infatti, non è nuova nella piattaforma e ha colpito anche personaggi famosi. L'anno scorso, ad esempio, la società aveva rimosso alcune foto in topless di
Rihanna, che per ripicca aveva chiuso il suo account per sei mesi.

E solo un paio di settimane fa Madonna ha pubblicato una sua foto di nudo sulla piattaforma, con una barra nera a coprire il seno, per protestare contro «l'ipocrisia dei social media». Una protesta che ha visto mobilitarsi anche Miley Cyrus e Scout Willis.

Instagram non è infatti l'unico social che ha messo al bando il nudo. Un mese fa anche Facebook ha pubblicato una lista simile di parti del corpo proibite, insieme a quei testi che includono una descrizione minuziosa di atti sessuali. Qualche giorno prima era stata Twitter a dichiarare guerra al fenomeno dilagante del 'revenge porn', la vendetta sessuale, perpetrata ai danni di 'ex' attraverso la diffusione di foto o video intimi.

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