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Furia xenofoba in Sudafrica, assalti ai negozi: 70 morti e 30 arresti

E' il bilancio dei negozi degli immigrati presi di mira da marzo

JOHANNESBURG.  Una nuova furia xenofoba ha colpito la notte scorsa il Sudafrica dopo le violenze che nelle ultime tre settimane hanno provocato oltre 70 morti: gruppi violenti hanno assaltato e saccheggiato negozi gestiti da immigrati in diverse zone intorno Johannesburg. In seguito ai disordini La polizia ha effettuato oltre 30 arresti. Mentre il presidente Jacob Zuma ha annunciato di aver cancellato una visita di stato in Indonesia, per gestire l'ondata di violenza. Ad Alexandra, un sobborgo a nord della città, la polizia ha usato proiettili di gomma per cercare di fermare la rivolta dopo che alcuni negozi sono stati saccheggiati e i dimostranti hanno bruciato pneumatici ed eretto barricate in strada.  Nei giorni scorsi numerosi negozi e auto di proprietà di immigrati sono stati incendiati nel centro di Johannesburg e attacchi nella città costiera di Durban hanno provocato la morte di sei persone. Da quando sono iniziati disordini, ci sono stati stati circa 112 arresti nella provincia di KwaZulu-Natal, che include anche Durban.  In questo clima di terrore diverse migliaia di stranieri, immigrati di altri Paesi africani e dal Subcontinente indiano, vittime di attacchi al machete o solo timorosi di tornare a casa, si sono dati alla fuga in preda al panico per cercare rifugio, in campi sportivi, edifici pubblici e stazioni di polizia.  Il presidente Jacob Zuma oggi ha annunciato di aver cancellato una visita di stato in Indonesia, dove doveva partecipare a una riunione di leader africani e asiatici, per visitare un campo di immigrati nella zona di Chatsworth, a Durban, dove si sono verificate alcune delle peggiori violenze. «Questi attacchi - ha detto Zuma - vanno contro tutto ciò in cui crediamo. La maggior parte dei sudafricani ama la tranquillità e le buone relazioni con i loro fratelli e sorelle del continente». La xenofobia trova terreno fertile nelle masse disoccupate e povere della popolazione nera del Sudafrica, in cui molte persone ritengono che gli stranieri - arrivati da Paesi poverissimi dell'Africa e dall'Asia - tolgano loro il lavoro. E di certo non hanno aiutato le dichiarazioni del re degli Zulu, Goodwill Zwelithini, che a marzo disse che gli immigrati «dovrebbero prendere le loro borse e andarsene». Intanto, i vicini stati dello Zimbabwe, Malawi e Mozambico hanno annunciato piani per far rientrare i loro cittadini.

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