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Per 30 anni nel braccio della morte, un uomo innocente torna libero

Il caso in Alabama. Anthony Ray Hinton, 57 anni, era stato arrestato nel 1985 per omicidio

NEW YORK. Per 30 anni è vissuto con l'angoscia di dover morire da un giorno all'altro per un reato mai commesso. Anthony Ray Hinton, 57 anni, dell'Alabama, arrestato nel 1985 con l'accusa di duplice omicidio e per questo condannato a morte, è ora uomo libero. Una battaglia, quella per dimostrare la sua innocenza, la cui svolta è arrivata lo scorso anno, quando la Corte Suprema ha chiesto un secondo processo. In tribunale non si è mai arrivati: il caso è stato respinto dopo i test balistici. La condanna a suo carico - secondo gli osservatori - è stata emessa tenendo presente quasi esclusivamente una congettura: quella che una pistola trovata in casa della madre fosse l'arma dei delitti.

Hinton ha sempre sostenuto la sua innocenza ma - aggiungono - è stato vittima di una giustizia fatta di due pesi e due misure. Contro di lui ha giocato il colore della sua pelle - è afro-americano - e un sostituto procuratore accecato dai pregiudizi razziali che ha impedito che al processo venissero presentate prove che lo avrebbero scagionato. Aveva inoltre  pochi soldi a disposizione. Hinton è tra i detenuti in Alabama che ha passato più tempo nel braccio della morte. E la svolta c'è stata solo nel 2014, quando, grazie alle battaglie di una non profit che si occupa di ingiustizie, il processo è stato riaperto e alcuni esperti hanno potuto testimoniare, affermando che i proiettili ritrovati sulla scena del crimine non potevano essere messi in relazione con la pistola di Hinton. Questa mattina, le porte del carcere di Birmingham si sono aperte per lui e dopo aver ringraziato Dio di fronte alla stampa ha parlato di aver perso 30 anni della sua vita, con la paura di essere giustiziato per qualcosa che non aveva fatto. «Tutto ciò che avrebbero dovuto fare era esaminare la pistola», ha detto. «Ma quando pensi di essere potente e al di sopra della legge, tu non rispondi a nessuno». E ha aggiunto: «Tutti quelli che hanno avuto un ruolo nel mandarmi nel braccio della morte dovranno risponderne di fronte a Dio».  Il calvario di Hinton è iniziato nel 1985 con una rapina a due fast food nella zona di Birmingham e l'omicidio dei due manager con dei colpi di pistola. Nessun testimone per la polizia, nè impronte digitali per risalire al colpevole. Poi, nel luglio dello stesso anno avvenne un'altra rapina in un altro ristorante e Hinton venne arrestato dopo che un gestore del ristorante lo identificò durante un confronto. Le manette sono scattate per lui nonostante al momento della rapina fosse a lavoro a chilometri di distanza dalla scena del crimine. La situazione è precipitata quando gli agenti sequestrarono una vecchia pistola di proprietà della madre di Hinton che, secondo il parere forense, era quella usata in tutti e tre i crimini. Il colpo di grazia arriva infine quando l'accusa, con una chiara storia di pregiudizi razziali, durante il processo affermò che Hinton poteva essere giudicato colpevole e etichettato come il 'malè, solo in base al suo aspetto. Hinton fu condannato per non avendo precedenti e nonostante il test con la macchina della verità lo scagionasse.

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